Ponzano, il dramma del papà di Martino: «Speravamo in un miracolo per salvare il nostro bimbo»

PONZANO. Il volto è provato, gli occhi lucidi. Diego Scatena, il papà del piccolo Martino morto sabato sera ad appena due mesi, ripercorre i drammatici istanti dell’incidente. Attimi che, tornandoci con la mente, sembrano un’eternità, un incubo destinato a non finire mai.
«Non ho fatto l’ultimo scalino, mi sono sbilanciato e Martino che era tra le mie braccia ha colpito lo stipite», racconta con un filo di voce, «Poi è stato un dramma. Noi, noi tutti, abbiamo sperato nel miracolo». Un miracolo che purtroppo non c’è stato: il piccolo Martino si è spento alle 23.40 all’ospedale di Padova, dove è arrivato in condizioni disperate. I medici hanno fatto l’impossibile, prima a Treviso e poi a Padova, per salvare il piccino; un’operazione delicatissima non è purtroppo bastata a salvare il neonato.
La caduta. Papà Diego, finanziere di origine umbra, nella Marca dal 2011, lo stava tenendo in braccio come mille altre volte. Con la stessa tenerezza di sempre. Sabato mattina, però, passando al piano interrato dell’abitazione di via Roma a Paderno di Ponzano dove da un paio d’anni vive assieme alla compagna Sara Bortoluzzi, commessa in una libreria ed originaria di Vascon di Carbonera, la tragedia. «Stavo scendendo le scale con Martino in braccio, pensavo di essere arrivato all’ultimo scalino invece, quell’ultimo scalino, non l’avevo fatto» ripercorre Diego Scatena, «io ho sbattuto sulla porta con la spalla, mentre Martino ha battuto la testa sullo stipite. Ho chiamato immediatamente aiuto». I soccorsi sono arrivati subito, ma Martino non ce l’ha fatta. «Ora dovremo andare avanti assieme, uniti» aggiunge Diego, «ma più passa il tempo più è peggio. Ora, davvero, è sempre peggio».
Il cordoglio. Da ieri mattina sulla porta sui cui ha battuto la testolina Martino, c’è l’immagine di una Madonnina. Sul balconcino dell’abitazione, invece, giorno e notte brilla un lumino rosso di Padre Pio, a fianco di due piante, una delle quali ancora con un fiocchetto azzurro, probabilmente arrivata due mesi fa, per festeggiare la nascita del piccolo Martino.
Un arrivo accolto con infinita gioia anche una decina di chilometri più in là, a Vascon, nell’abitazione di nonni e parenti di Martino. Dove ancora nessuno ha trovato la forza di togliere i fiocchi azzurri dal cancello di casa. E neppure quello più grande dal portico d’ingresso, su cui è scritto il nome del bimbo. «I fiocchi azzurri erano per lui, sono ancora lì per lui» ha raccontato dalla casa dei Bortoluzzi una zia di mamma Sara, «i nonni sono sconvolti, lo siamo tutti noi.
Io Martino l’avevo visto una volta sola: è stata una tragedia enorme». Di «tragedia», con un filo di voce, parla anche la nonna paterna mentre a Paderno sostiene con la propria presenza l’intera famiglia. «È stata una fatalità, una fatalità tremenda», ripetono disperati i genitori del piccino.
L’autopsia. Intanto mentre una famiglia sta vivendo un dolore senza fine e mentre un’intera comunità è in lutto per una perdita gravissima, proseguono le attività previste per legge in casi di questo tipo. Stamattina la Procura di Padova affiderà l’incarico per l’autopsia. L’intervento della magistratura padovana è dovuto al fatto che il neonato è deceduto al nosocomio patavino ed è stato aperto come da prassi un fascicolo (senza indagati).
Intorno alle 13 di ieri, per avallare l’esame autoptico e le relative operazioni burocratiche, Diego Scatena si è recato assieme alla compagna Sara al comando dei Carabinieri del Capoluogo trevigiano. Alle forze dell’ordine, domenica, aveva già riportato la propria versione dei fatti avvenuti quel tragico sabato mattina. La procedura, però, prevede debba essere stabilita l’esatta dinamica dell’incidente e che vengano escluse responsabilità di terzi, sanitarie in particolare. Aspetti per i quali l’autopsia diventa fondamentale.
I funerali. Per i funerali del piccolo Martino serve quindi attendere il nulla osta da parte della Procura, dopo il quale sarà fissata la data delle esequie. La famiglia, in contatto già da domenica con i parroci di Paderno, Ponzano e Merlengo, don Roberto Cavalli e Don Matteo Volpato, ha espresso la volontà di vederle celebrate nella chiesa di Vascon, paese natale della mamma e dove vivono nonni e zii, dove avverrà anche la tumulazione.
Ad officiare la celebrazione sarà don Roberto, affiancato da don Matteo. Entrambi conoscevano la coppia. «È assolutamente una disgrazia enorme» spiegava lunedì don Matteo Volpato, «li ho sentiti telefonicamente, l’intera comunità è a loro vicina»
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