Poliziotti corrotti, permessi alle trans

I poliziotti del commissariato di Jesolo arrestati l’altra mattina con l’accusa di vendere permessi di soggiorno agli stranieri irregolari, avevano colpito anche nella Marca. In territorio trevigiano, a Conegliano per l’esattezza, il sovrintendente di polizia Denis Gobbato, 49 anni e l’ispettore Riccardo Chiumento di 53, entrambi di San Donà di Piave, avrebbero portato a termine una pratica illegale e intessuto una rete di contatti per la loro attività. Questo, perlomeno, ritiene la Procura di Venezia che ha contestato ai poliziotti, indagati insieme ad altre 29 persone, il reato di associazione per delinquere e di corruzione.
Sotto inchiesta c’è anche la trans colombiana Carlos Andres Martinez Pena, in arte Valentina, 26 anni, che abitava a Conegliano e a cui è stato venduto uno dei permessi più cari dell’intero pacchetto, 9 mila euro il prezzo iniziale (in realtà mai completamente pagato).
Numerosi i viaggi che il sovrintendente Gobbato compie, secondo gli inquirenti, nella Marca (lamentando peraltro il mancato rimborso della benzina da parte degli immigrati con i quali era in affari). Obiettivo: incassare i soldi legati al permesso di soggiorno per Valentina. A fare da intermediaria tra l’agente e la trans c’era un’altra colombiana, Alexia Restrepo con la quale i 9 mila euro avrebbero dovuto essere spartiti e che è finita a sua volta sotto inchiesta. I contatti contestati avvengono tra febbraio e marzo scorsi, la trattativa va per le lunghe perché Valentina trova sempre un pretesto per non pagare la somma richiesta, almeno secondo quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche. Gobbato chiama dunque Alexia Restrepo esprimendo fin dall’inizio le sue perplessità: «La tua amica non mi sembra tanto apposto», le dice. Lei lo rassicura: «No, è apposto. Domani arriva e ti da i soldi». Il poliziotto non nasconde l’impazienza: «Lo so, lo so che arriva, ho dovuto insistere, fare, brigare». L’uomo riesce a ottenere la promessa di un anticipo di 1.000 euro e si prepara ad andare a prendere la somma. In una telefonata con Valentina del 27 febbraio, alle 23.15, lui spiega che sta partendo da casa per raggiungerla a Conegliano «in una mezz’ora - dice - sono là». Le lungaggini sulla consegna del denaro lo spingono a telefonare nuovamente ad Alexia «Mi sto incazzando», spiega, e la inviata a chiamarla a sua volta per sollecitarla a versare il dovuto. La vicenda si conclude con il poliziotto che comunica a Valentina che la pratica è stata sbloccata da Chiumento; le dà un appuntamento impegnandosi ad andarla a prendere alla stazione ferroviaria di San Donà e non di Portogruaro («non a Portogruaro, c’è la Polfer...la Polfer rompe i c...»). Infine Gobbato propone alla trans di diventare mediatrice: «Adesso finiamo tutto tranquilli, siamo tutti felici... se dopo hai qualche amica, ma fidata, non di quelle che parlano tanto (...) se vuoi dopo portarla da noi (...) se vuoi qualcosa tu, se vuoi dei soldi tu, ha capito?». E nella Marca è stato arrestato un altro degli indagati, il bengalese Shabbir Khawja Alam di 47 anni. L’uomo è ritenuto uno dei «procacciatori» di stranieri. Il bengalese, assistito dall’avvocato Jenny Lopresti, è stato interrogato ieri per rogatoria in carcere a Treviso dal giudice Angelo Mascolo: si è avvalso della facoltà di non rispondere.
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