Poker, divieto illegittimo: «Riapro la sala»

Gestore assolto dall’accusa di gioco d’azzardo sfida l’ordinanza del questore che ha sospeso il “Texas”
20090625 - NAPOLI - ACE - GIOCHI: POKER CON PROFESSIONISTI IN VILLA COMUNALE NAPOLI. C'e' la sessione sul tavolo verde per imparare trucchi e strategie da giocatori professionisti, un ..tavolo per giocare online e 5 postazioni singole: lo stand di Pokerclub, allestito oggi 25 giungo 2009, nella villa comunale a Napoli , in concomitanza con il tour partenopeo di X factor. .. Duecentoventi metri quadrati per un tendone che riproduce nella grafica e nell'allestimento le sale da gioco dei casino'. .. L'obiettivo e' portare nelle piazze italiane l'esperienza del poker online, facendo provare ai partecipanti l'emozione del gioco. Un team di giocatori di poker professionisti, capitanato da Alessandro Pastura, guida le sessioni dimostrative. ..ANSA/CIRO FUSCO /DC
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«A Treviso si tornerà a giocare a poker Texas hold’em. Sul tavolo verde, non on-line». Dopo quattro anni di embargo dovuti a un’ordinanza della questura, la promessa arriva da Danilo Cietto, gestore di una sala poker di Povegliano finito a processo con l’accusa di gioco d’azzardo e di violazione proprio di quell’ordinanza. Cietto a giugno è stato assolto e ora, proprio sulle basi della sentenza, è deciso a dare battaglia. Quell’ordinanza del questore, secondo il giudice Michele Vitale del tribunale di Treviso, «è illegittima». Una sentenza che suona come la picconata definitiva al divieto in vigore dal 6 novembre del 2009.

«Riapro, entro poche settimane», dice Cietto. Doveva farlo già venerdì sera, in fonderia, prendendo in affitto una sala all’inteno del locale “Fair Play”. È saltato tutto per un intoppo sul contratto di locazione, «ma sto già cercando un altro posto in città», dice Cietto. «Io riapro, la legge mi dà ragione. Se il questore mi fa chiudere di nuovo, io riapro ancora. È una battaglia, anzi: la mia battaglia». Ed è una vicenda molto all’italiana, non in senso buono. Paradossale, per molti aspetti: un appassionato trevigiano può giocarsi a poker texano anche migliaia di euro in poche ore su decine di siti autorizzati dall’Aams (con lauti guadagni per i monopoli dello Stato), ma non può sedersi a un tavolo verde per un torneo che magari costa 20 o 30 euro di buy-in, ovvero di iscrizione. Può farlo “clandestinamente”, o a patto di percorrere qualche chilometro, perché a Padova o Pordenone è lecito.

Il questore Carmine Damiano aveva vietato il poker texano «per ragioni di ordine e pubblica sicurezza», come sta scritto in quel provvedimento che quattro anni fa è stato notificato a tutti i locali pubblici della Marca. Un provvedimento territoriale che si era inserito in una sorta di vuoto normativo nazionale: da anni, ormai, si attendono i regolamenti attuativi per normare il gioco live. Si parla di bandi per apposite licenze. Se ne parla e basta, però. Ora il giudice Vitale sembra staccare dai muri quel provvedimento del questore di Treviso: è illegittimo. E per questo la palese inosservanza da parte di Cietto è stata giudicata non punibile. Sull’accusa di gioco d’azzardo, infine, la giurisprudenza ormai è chiara: il Texas è un gioco di abilità, seppur con una componente di fortuna. Nessun azzardo.

twitter @fabio_poloni

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