Pivato, sì al concordato: d'un soffio
Banche decisive. I creditori confidano di riavere 60 dei 133 milioni di passivo

La sede della Pivato, a Onè di Fonte
Il concordato Pivato passa l'esame dei creditori. Ma per un soffio: poco più del 50% dei voti favorevoli. Così l'azienda di costruzioni di Oné di Fonte sventa il fallimento, e dopo l'omologa del tribunale passerà alla liquidazione degli attivi, con cui ripagare i 1.661 creditori: banche, artigiani, fornitori. Dovrebbero riavere - condizionale d'obbligo - 60 degli oltre 133 milioni di passivo.
Se tutto andrà secondo le premesse e il tribunale non opporrà obiezioni, il concordato presentato a novembre dovrebbe passare alla fase operativa. Un maxi piano di vendita degli attivi per 60 milioni di euro, contro un passivo che supera i 130 milioni. Alla proposta hanno votato favorevolmente i creditori che attendono il saldo di 43 milioni, nemmeno due milioni oltre la soglia minima del 50% necessaria per evitare il fallimento. Decisivo, per il sì al concordato, il voto di una parte delle 25 banche creditrici. «Abbiamo già chiesto al tribunale il giudizio di omologazione, concesso il quale verranno nominati dall'azienda i liquidatori, incaricati di vendere gli attivi - spiega il commissario giudiziale Luigino Polon - Il giudice dovrà prima sentire le parti contrarie e decidere successivamente se dare l'ultimo via libero». Ma la casistica dice che il più del lavoro è stato fatto, aprendo di fatto un nuovo scenario. Per dare ossigeno al piano e arrivare a pagare il 100% del credito ai privilegiati, e il 15% ai 900 chirografi, sono stati tenuti in vita i numerosi cantieri sparsi tra l'Italia e l'estero. Dalle autostrade (Salerno-Reggio Calabria) ai tunnel, agli immobili in Veneto e Toscana: e ancora i macchinari e alle attrezzature. Un vastissimo patrimonio: comprende anche cantieri in Marocco e Pakistan, oltre a fondi di investimento che dovranno essere smobilizzati al più presto. Trovare compratori non è però facile di questi tempi, come ardua si rivela spesso la riscossione dei crediti, mentre si avvia alla risoluzione il contenzioso con gli oltre 100 dipendenti, cui è stato pagato lo stipendio di gennaio. I tempi per portare a compimento la fase di liquidazione saranno piuttosto lunghi, con una spesa di procedura prevista a suo tempo di circa 600.000 euro.
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