Piper si schianta: morti quattro trevigiani

Il Piper dell’Aeroclub Treviso era diretto a Pristina. Le vittime sono sei È precipitato vicino Skopje, lo pilotava il presidente Francesco Montagner

 

TREVISO. La polizia macedone che sta indagando sullo schianto del Piper Pa 34 Seneca bimotore a turboelica, partito alle 14 dalla pista dell’aeroporto di Treviso e schiantatosi a Skopje, sta prendendo in considerazione due ipotesi: il guasto meccanico o le condizioni atmosferiche pessime in corso mentre il velivolo stava effettuando la manovra di atterraggio a Skopje dove era previsto il rifornimento di carburante. Le vittime sono sei, tutte italiane. A bordo cinque passeggeri più il pilota, Francesco Montagner, presidente dell'Associazione dilettantistica sportiva Aeroclub Treviso.

 

Le vittime del Piper

FERRAZZA TREVISO RIAPERTURA DELLA RETE ALL'AEREO CLUB IN AREOPORTO CANOVA, IN FOTO IL PRESIDENTE FRANCESCO MONTAGNER AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM

 

 

Con lui c'erano anche il vicepresidente dello stesso Aeroclub, Dario Bastasin, Luca Dalle MuleAngelo Callegari, la veneziana Ilaria Berti e Visar Degaj, un kosovaro con cittadinanza italiana.

Piper partito da Treviso precipita in Macedonia: sei morti

Il Piper è precipitato con un boato ed una potente esplosione a pochi chilometri a sud di Skopje, la capitale della Macedonia, dove doveva fare rifornimenti per poi ripartire alla volta di Pristina, la capitale del Kososo, per un progetto legato all’apertura di una scuola di aviazione nel paese ex jugolsavo. Il velivolo si è schiantato nel villaggio di Kozale, un paesino vicino al centro di Veles una manciata di chilometri da Skopje, è caduto al suolo.

FERRAZZA TREVISO RIAPERTURA DELLA RETE ALL'AEREO CLUB IN AREOPORTO CANOVA, IN FOTO IL PRESIDENTE FRANCESCO MONTAGNER AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM
FERRAZZA TREVISO RIAPERTURA DELLA RETE ALL'AEREO CLUB IN AREOPORTO CANOVA, IN FOTO IL PRESIDENTE FRANCESCO MONTAGNER AGENZIA FOTOGRAFICA FOTOFILM

Il primo bilancio è di sei vittime, tutti quasi certamente soci dell’Aeroclub di Treviso,verosimilmente gli imprenditori che volevano avviare la scuola e si erano rivolti all’Aeroclub trevigiano.

Pilotava l’aereo il nunumero uno dell’Aeroclub, Francesco Montagner, un simbolo dell’aviazione civile trevigiana. E’ il suo nome, con il numero di matricola a gettare nello sconforto l’aviazione trevigiana, che da ieri sera vive una notte da incubo, con la disperata ricerca di notizia fra la Marca e la Macedonia di tutti i familiari dei partecipanti alla piccola spedizione.

Erano tutti soci dell’Aeroclub trevigiano: erano partiti in una quindicina, in quattro aerei diversi, alla volta di Pristina, nella giornata di ieri.

Tre sono atterrati, il quarto no. E in pochissimo tempo, nella capitale macedone, si è capito perchè.

Pochi chilometri a sud, lo schianto del Piper. Si sa che nella zona, in quel momento, c’erano brutte condizioni meteo: pioggia battente, scarsa visibilità, un vento molto forte

Ma era una situazione che con la sua esperienza, Montagner, ritenuto un maestro e un cultore della sicurezza in volo, aveva già affrontato mille volte, durante la sua lunghissima carriera.

Un guasto al motore? Un cedimento del velivolo? Sono solo le prime ipotesi dei soccorritori e per gli investigatori, che hanno ben presto capito, giunti sul luogo della tragedia, come non ci fosse nessuna possibilità di trovare in vita alcun componente dell’equipaggio.

E lo ha ribadito poco dopo, in maniera definitiva alla tv privata macedone Sitel Mitko Ciavkov, direttore dei servizi di sicurezza macedoni. E’ stato confermato come il Piper fosse atteso a Skopje per uno scalo tecnico, legato al rifornimento di carburante. La rotta di Pristina non poteva essere completata senza quella tappa. A Pristina, da Skopje, mancava veramente poco.

 

Le squadre di soccorso hanno proseguito fino a tarda notte le ricerche della scatola nera, per accertare le cause del disastro. Nel piccolo vilaggio di Kozale, non lontano da Veles, si sono concentrati per tutto il pomeriggio e fino a notte i mezzi del soccorso. Numerosi i testimoni che avrebbero sentito il boato dello schianto, stando a quanto trapela dal paese ex jusoglavo.

Nella sede dell’Aeroclub e allaeroporto Canova di Treviso, ieri sera la notizia è arrivata all’ora di cena.

 

Il relitto del Piper

Tutti erano sotto choc nell’attesa dal tempo infinito di avere certezze assolute sulla sorte degli amici trevigiani. Fino a tarda sera neppure i familiari delle persone imbarcatesi da Treviso avevano certezza sulla sorte dei loro cari. Montagner è considerata una pilota di indiscussa bravura, espertissimo. «Non ci sembra vero» dicevano affranti ieri sera gli amici piloti ed i soci del Club, «speriamo ancora che ci sia stato un errore».

Anche il direttore dello scalo trevigiano, Gianni Carrer, era incredulo: «I dati di documenti di volo non sembrano lasciare dubbi, ma non posso crederci, credo sia meglio attendere che tutte le verifiche siano terminate». Disperato anche il tam tam che rimbalzava ieri sera nelle case degli altri soci dell’Aeroclub partiti alla volta della Macedonia: familiari e congiunti erano alla disperata ricerca di notizie, tutti cercavano di mettersi in contatto con i propri cari. E il fatto che qualcuno non potesse rispondere alle chiamate ha aggravato l’angoscia. La sede della Polaria e gli uffici dell’aeroporto sono diventati il terminale dell’angoscia e della speranza, per un quindicina di famiglia trevigiane. Il Piper, registrato in Germania, è condiserato dai tecnici un aereo di grande livello, capace di prestazioni di massimo livello.

Ben oltre la mezzanotte, i nomi delle sei vittime sono stati ufficializzati, sciogliendo il drammatico nodo che attanagliava quanti temevano che proprio di loro si trattasse.

 

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