Pieve di Soligo. Le amiche di Antonela, morta per salvare i suoi figli: «Ci sarai per sempre»

PIEVE DI SOLIGO. Mamma, prima di tutto. E fino alla fine, per salvare i suoi due piccoli, a costo della vita. È così che l’universo dei social, vero e proprio termometro delle emozioni, ricorda Antonela Kmet, la ragazza arrivata dalla Croazia per trovare il suo amore in Italia, vivere a Pieve di Soligo e dare alla luce una famiglia meravigliosa. Nel web che divora tutto in fretta, e che troppo spesso vomita cattiveria e astio, per due settimane la pagina di Antonela è stata un dolce collettore di messaggi di incoraggiamento, carezze virtuali ai figli e ai familiari, ricordi di momenti (belli) vissuti insieme.
«Apri gli occhi, resta con noi», scriveva subito dopo l’incidente un amico croato, «i tuoi due angeli hanno bisogno di te, abbiamo tutti bisogno di te». Non è bastato. E ieri il web è diventato una grande muro virtuale su cui ciascuno ha inciso il proprio ricordo e lasciato le proprie condoglianze. Una pioggia interminabile di post e fotografie che non si è mai interrotta durante i lunghi giorni dell’agonia, e che sta continuando ancora in queste ore, con i messaggi che sono ormai centinaia.
Antonela era rappresentante dei genitori nella scuola dei figli, e sono le altre mamme le prime a ricordarla con i loro post: «Sei e sarai per sempre una grande donna e una mamma coraggiosa, e ci mancherai. Hai fatto tanto per tutti, ti vogliamo bene»; «Resterai per sempre con noi del comitato genitori. Grande donna, mamma, moglie, amica. Ci mancherai tantissimo!»; «Ora sei un angelo, il tuo sorriso resterà nei nostri cuori»; «Ti vogliamo bene e lo sai benissimo, ma ci chiediamo: perché proprio te? Dal nostro cuore non te ne andrai, ti abbiamo chiusa qui dentro». Un flusso di parole e fotografie, condite - come richiede la sintassi dei social - da cuoricini, emoticon, meme, che coinvolge anche i parenti più stretti: «Mi dicevi “dobbiamo rivederci e fare una grande tavolata come ai vecchi tempi”» ricorda un cugino, «e ora! Tutto è volato via insieme a te. Oggi saresti stata la prima a farmi gli auguri di compleanno, come sempre, ma invece eccoci qua a dover ricordare per sempre io la mia nascita al mondo, e tu la tua al cielo. Sostieni la tua famiglia tuo marito i tuoi piccoli, il tuo papà e la tua mamma».
Antonela è stata un punto di riferimento anche per chi, come lei, è arrivato da lontano per ritagliarsi un futuro in Italia. Lei ce l’aveva fatta, e non si tirava mai indietro quando c’era da dare un consiglio o anche soltanto una pacca sulle spalle: «Se non fosse per te non avrei mai amato il lavoro che sto facendo in questo momento, e non avrei iniziato a imparare l’italiano» scrive un’amica croata su Facebook, «grazie per essere una grande parte della mia crescita, e per aver così tanto scolpito la persona che sono oggi. Tu sei stata una parte meravigliosa della mia vita da adulta. Non so dirti quanto faccia male che tu non ci sia più, e che non abbia la possibilità di darti un grande abbraccio».
Eppure c’è un’ombra sulle centinaia di messaggi di condoglianze arrivati a corredo della notizia: si poteva evitare? In fondo si parla di una mamma investita e uccisa e due figli feriti mentre attraversavano sulle strisce pedonali: «Questa terribile storia dovrebbe far riflettere sul fatto che gli anziani di novant’anni non possono guidare l’auto» scrive qualcuno, ma il sentimento più diffuso è quello espresso in un altro messaggio: «Un abbraccio lo dobbiamo dare anche alla signora che li ha investiti. Io penso che si sia trattato di un incidente involontario, purtroppo è andata così, quanti causano incidenti in stato di ebbrezza? Quella signora purtroppo non ha colpe, è stata accecata dal sole. E una cosa del genere poteva capitare a chiunque».
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