Piazza al Pd: «Candidatemi al Parlamento»
L’ex sindaco di Silea rompe gli indugi: «Ho consenso e idee, posso attrarre i voti degli scontenti»

Le 888 preferenze ottenute a maggio alle amministrative formano un piedistallo per Silvano Piazza, dal quale l’ex sindaco del miracolo Silea ora chiede al Pd, e per certi versi quasi pretende, una candidatura alle politiche.
Piazza, vuole fare il salto da Silea a Roma?
«Sono stato il più votato in provincia, molto probabilmente in tutto il Veneto. Non si può far finta che un consenso così non sia un valore per il partito, e il Pd ne dovrà tenere conto. Dipenderà anche con quale legge elettorale si andrà a votare. Perché se ci saranno le preferenze è un conto, altrimenti con la lista bloccata servirà una candidatura nei primi posti».
Sembra che metta in dubbio alcune scelte del partito in passato…
«Gli esiti elettorali dimostrano che le scelte devono essere fatte per candidare chi prende voti. Il consenso è un elemento determinante in politica. Alle regionali del 2015 il Pd si è ingessato su scelte buone, ma non attraenti».
Le sue 888 preferenze però sono tutte a Silea, il seggio delle politiche è ben più ampio. Non pensa di esse poco conosciuto lontano dal suo feudo?
«È possibile. Ma l’esempio di una buona amministrazione è esportabile molto più di qualsiasi parola. È un biglietto da visita corredato da fatti che io posso presentare, quanti altri ce l’hanno? Il Pd deve riuscire a prendere i voti anche di chi oggi è scontento e un buon amministratore, con dei fatti a sostenerlo, lo può fare».
E i trevigiani che oggi siedono in Parlamento?
«Non giudico il loro operato, non mi spetta. Valuto però il loro consenso, penso a chi potrebbe avere oggi il vento dominante, quello che aveva Renzi per le Europee, e quello che oggi qui penso di avere io. Il Pd deve prendere atto che è necessario un cambiamento nella scelta delle candidature; non può essere un sistema di relazioni personali a dettarle, ma deve pesare la storia politica. Io ho vinto nel mio Comune, altri hanno perso, anche nel Comune che amministravano».
Piazza servirebbero però delle idee anche per andare a Roma.
«Certo, infatti da tempo le sto scrivendo. Per fare due esempi: vanno ridotti il costo della macchina statale e il debito pubblico. Le risorse liberate devono essere investite sulla riduzione del costo del lavoro, e trasferite alle famiglie. È quello che ho fatto a Silea con R-evolution, pagando lo sport, la musica e i soggiorni di studio ai ragazzi residenti. E serve una rivoluzione ambientale».
Le politiche però rischiano di essere in contemporanea con le amministrative a Treviso. Non si candiderà per sostenere Manildo?
«Con lui ho già parlato, e il mio supporto l’ho garantito. In che forma si vedrà. Certamente due candidature sono incompatibili. Abbiamo parlato delle visioni che dovrebbe avere la città: Grande Treviso, revisione dei confini comunali, e esportare il progetto R-evolution».
Cosa farà il 22 ottobre?
«Andrò a votare al referendum e voterò sì».
Federico Cipolla
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