Piave, scatta l'allarme piena
Mobilitata la protezione civile, allertate cinquanta famiglie

TREVISO.
Il Piave in piena tiene in tensione la Marca. Paura per le famiglie che abitano nella golena del fiume nelle zone di Ponte di Piave, San Biagio, Zenson e Salgareda, allertate già in mattinata dai Comuni e dalla Protezione civile. Il Piave è cresciuto di 30 centimentri all'ora fino alle 20, ora in cui la velocità di scorrimento dell'acqua ha superato i mille metri cubi al secondo.
E' stata una giornata di passione quella di ieri per la Protezione civile, il Genio civile e le 50 famiglie che abitano vicino al greto del fiume sacro alla patria, nella golena di Ponte di Piave, Sant'Andrea di Barbarana (frazione di San Biagio di Callalta), Zenson e Salgareda. In mattinata comuni e Protezione civile hanno avvertito via telefono del pericolo le famiglie interessate. Nel pomeriggio sono stati portati in salvo ai piani superiori anche i cimeli della Casa di Goffredo Parise che si trovavano al piano terra. L'ultima piena di questa portata è stata nel 2002: anche allora accade in novembre (dal 2 al 6), come nel 1966, quando il 4 il fiume ruppe gli argini.
Le cause.
Non sono state solo le piogge delle ultime 48 ore a causare la piena. A far crescere il livello dell'acqua del Piave hanno contribuito anche le alte temperature che hanno sciolto le prime primenevi in montagna a quota mille metri. A differenza degli altri fiumi della provincia infatti, il Piave è collegato con le zone di montagna ed è stato quindi il corso d'acqua che ha destato fin da subito più preoccupazione. Almeno fino alle 20 il livello dell'acqua si è alzato di 30 centimetri all'ora (coprendo quindi tutto il greto di solito percorso solo da rivoli di acqua). A Maserada si è alzato di 4 metri, mentre a Ponte di Piave, comune più vicino al mare, di 7-8 metri. In tarda serata il ritmo di crescita si è abbassato a 15 centimetri l'ora. Nel tardo pomeriggio però anche il Livenza ha cominciato a crescere in modo preoccupante con un ritmo di 14 centimetri all'ora prevista fino all'una di notte.
I soccorsi.
Sul campo sono arrivati già dalle prime ore della giornata cinque uomini del Genio civile, per il controllo e il monitoraggio del Piave nella sede del Presidio idraulico di Fagarè (dove è attivato il «Servizio piena»). Una cinquantina di operatori della Protezione civile sono accorsi sempre a Fagarè nel tardo pomeriggio pronti a intervenire in aiuto alla popolazione, mentre in mattinata sono stati messi in allerta tutti i 3 mila volontari impegnati a controllare e presidiare tutto il territorio anche per quanto riguarda le frane che hanno puntellato le strade della provincia. Sul campo c'era anche l'assessore provinciale alla Protezione civile Mirco Lorenzon. «L'intervento della Protezione civile è stato immediato - dice - I nostri uomini hanno fatto di tutto per tenere sotto controllo la situazione». Ma c'è anche chi coglie l'occasione per muovere critiche agli enti pubblici. «La piena di oggi (ieri, ndr) è un'ulteriore dimostrazione che la Regione dovrebbe muoversi per effettuare gli interventi necessari per preservare il Piave - dice Diotisalvi Perin, presidente del Museo del Piave - Ossia la rettifica del fiume e la pulizia delle acque».
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