Ferragosto sul Piave, tra pic-nic e ricerca del refrigerio nonostante i divieti
Sono state centinaia le persone arrivate alla spiaggia del Parco Ae Barche a Vidor da tutto il Veneto. Tra loro c’è chi ha ceduto e si è tuffato, in barba alle nuove regole e ai controlli

Sul Piave principalmente per fare il pic-nic di Ferragosto, ma anche – in barba ai divieti- per immergersi e trovare refrigerio in una delle giornate più calde dell’anno.
Sono centinaia e centinaia le persone arrivate nella prima mattina di venerdì 15 agosto sulle rive del Fiume sacro alla patria da tutto il Veneto. C’è chi è partito da Padova, chi da Venezia, ma anche Rovigo e Monselice. Il Piave piace e arrivarci è meno complicato rispetto alle spiagge del litorale e della montagna, particolarmente presa d’assalto.
Le previsioni, ampiamente confermate, parlavano di almeno 5 mila persone distribuite lungo il fiume, dalla zona di Pederobba fino a San Biagio.

La giornata e i divieti
Le comitive sono arrivate per godersi la giornata e allestire il pranzo di Ferragosto, il Piave si è trasformato per lo più in un grande frigorifero per tenere in fresca bottiglie e angurie. «Abbiamo preferito venire qui, approfittare dell’ombra dei boschi vicini, piuttosto che andare al mare e trovare confusione e caldo», racconta uno dei tanti turisti fuori porta, «qui si sta bene».
Sono passate da poco le 13.30 e alla spiaggia Parco Ae Barche a Vidor e nonostante i divieti di balneazione, più di qualcuno ha ceduto al caldo e si è tuffato nelle acque del fiume. Chi per trovare refrigerio, chi per guadarlo e passare da una riva all’altra. «Sapete che è vietato fare il bagno e che ci sono dei punti molto profondi?», chiediamo. Ma ai temerari sembra non importare, almeno finché non si confronteranno con i vigilantes. Questione di tempo dato che Provincia e amministrazioni comunali hanno organizzato un costante presidio della zona per tutta la giornata del 15 agosto.
Il servizio di sorveglianza
Il servizio di sorveglianza prevede una ventina di operatori, coordinati dalla polizia provinciale. Un numero di partenza destinato a modificarsi in base ai flussi di bagnanti, considerando anche che gli operatori a pieno regime saranno 300, nel 2026. Hanno iniziato la giornata distribuendo volantini e ricordando a tutti la regola fondamentale: il divieto assoluto di balneazione. Una regola che molti continuano a ignorare, cedendo alla tentazione di rinfrescarsi nelle acque del Piave. Un comportamento che preoccupa le amministrazioni comunali, che si stanno muovendo per prevenire ulteriori incidenti. Il presidente della Provincia di Treviso, Stefano Marcon, ieri aveva sottolineato che: «Purtroppo c'è qualche incivile che insulta i volontari che mettono a disposizione gratuitamente il loro tempo per l'incolumità di tutti». Marcon era stato chiaro: «Con il bel tempo, ci aspettiamo migliaia di persone che si riverseranno sul Piave: chiedo rispetto per i volontari e che si seguano tutte le regole». Un appello seguito per metà.
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