Piano di chiusure di Unicredit, sportelli a rischio anche in provincia di Treviso

TREVISO. La Marca non uscirà indenne dalla “dieta dimagrante” che Unicredit si è imposta da oggi al 2023, annunciando nelle scorse ore la chiusura di 450 filiali in tutta Italia con quasi 6 mila esuberi tra i propri dipendenti. In provincia di Treviso quella di Unicredit, che ha assorbito la vecchia Cassa di Risparmio della Marca Trivigiana (Cassamarca), è una delle presenze bancarie più rilevanti, con 47 sportelli e diverse centinaia di addetti.
L’istituto ha comunicato che non c’è, oggi, un elenco delle sedi che saranno chiuse, in quanto saranno decise a cadenza trimestrale o semestrale, così come non esisterà una proporzione tra numero di filiali in un territorio e numero di chiusure. In questo modo, sportelli profittevoli o strategici hanno comunque più possibilità di sopravvivere rispetto ad altri, a prescindere dalla loro concentrazione in un’area. Partita ancora aperta anche sugli esuberi, per i quali si aprirà un confronto a livello nazionale a partire dal 14 febbraio.
A livello locale la vertenza è seguita da Renato Ronchin, responsabile Unicredit per Cisl: «Nel piano presentato dall’istituto è previsto un cambio delle modalità di servizio ai clienti. Posto che sempre più utenti utilizzano strumenti digitali per compiere operazioni bancarie, molti servizi saranno dirottati sui call center. Per noi è un problema doppio, che riguarda sia chi rischia il posto di lavoro che chi, una volta uscito, deve ricollocarsi».
Anche le forze sociali attendono di conoscere con precisione l’impatto sul territorio: «Gli effetti ci saranno anche in provincia di Treviso, anche se le filiali strategiche non saranno chiuse. Tutte le uscite saranno oggetto di accordo a livello nazionale. Abbiamo chiesto di incentivare il ricambio generazionale attraverso un’assunzione ogni due uscite per prepensionamento». Tra un paio di settimane se ne saprà di più; le decisioni prese avranno decorrenza dal prossimo primo luglio e per i prossimi tre anni.
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