Pestato a sangue fuori dal locale, in due a giudizio
PREGANZIOL. Due albanesi sono stati rinviati a giudizio (prima udienza il 19 aprile 2019) per aver pestato, nel novembre del 2016, un cittadino di Preganziol, Massimiliano Biasotto, 42 anni, originario di Mazzorbo, nel Veneziano con un passato come cameriere. Le accuse nei confronti di Albano Dova, 24 anni, e Lazar Markovic, 22 anni, sono pesantissime: lesioni volontarie gravissime aggravate dall’uso di armi improprie. I due stranieri dell’Est, secondo l’accusa, massacrarono di botte Biasotto, nei pressi del bar l’Oste Goloso, davanti alla chiesa di Preganziol, tanto che fu successivamente trasportato all'ospedale di Treviso con un grave trauma cranico e vi rimase ricoverato per molti mesi. Uno dei due imputati, Albano Dova, era evaso nel febbraio scorso dagli arresti domiciliari e su Facebook aveva irriso la giustizia italiana annunciando il suo ritorno in Albania, prima che il braccialetto elettronico fosse disponibile. Gli altri due imputati, invece, sono usciti di scena. L’albanese Elvis Varoshi, 21 anni, è stato assolto in rito abbreviato dal gip Gianluigi Zulian perché il suo difensore, l’avvocato Vincenzo Saffioti, è riuscito a dimostrare in aula che il suo assistito non aveva partecipato al pestaggio di Biasotto. Anzi, nella prima fase della lite tra Biasotto e gli altri, Varoshi aveva fatto da paciere e se n’era andato prima che avvenisse il pestaggio. Prosciolto, invece, Vittorio Signorello, 20 anni di Preganziol (difeso dall’avvocato Letizia Parpinel), in quanto i tabulati telefonici acquisiti durante le indagini preliminari hanno dimostrato che la sera del pestaggio si trovava da un’altra parte. Biasotto, costituitosi parte civile con l’avvocato Marco Furlan chiede un risarcimento di due milioni di euro.
Il fatto risale alla notte del 13 novembre 2016. Alla base dell'aggressione, oltre all'atteggiamento provocatorio di Biasotto, in preda ai fumi dell'alcol, anche una vecchia ruggine. Biasotto, infatti, alcune settimane prima, si era reso protagonista del danneggiamento dell'auto di un albanese, amico dei suoi due presunti aggressori. La notte dell’aggressione Biasotto aveva trascorso una parte della serata all'interno del bar l'Oste Goloso di Preganziol, davanti alla chiesa, e, secondo le testimonianze raccolte, alterato da sostanze alcoliche, aveva dato fastidio a diversi avventori. In particolare aveva provocato un cliente che stava giocando ai videopoker. Ma quest'ultimo non aveva reagito alle provocazioni. L'agguato era scattato verso l'1.30 della notte tra sabato e domenica dopo che il locale era stato chiuso. Biasotto fu aggredito con inaudita violenza da almeno tre persone (una delle quali non identificata) nella stradina privata che costeggia il bar e l'abitazione di un'anziana. Gli aggressori avevano anche usato pezzi di legno e la gamba di un tavolino del bar. Poi erano scappati prima che intervenissero sul posto nuovamente i carabinieri.
Marco Filippi
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