La storia di Mauro: «Matrimonio e lavoro falliti, sono costretto a vivere in auto»

Mauro Tonello, 58 anni, costretto a vivere in una Cinquecento parcheggiata a Cimadolmo. «Non ho soldi né per il cibo né per la benzina, non chiedo assistenza ma solo dignità»

Alessia Celotto
Mauro Tonello, 58 anni, costretto a vivere in auto
Mauro Tonello, 58 anni, costretto a vivere in auto

Ci sono storie che non hanno bisogno di grandi parole per essere raccontate. Mauro Tonello ha 58 anni, possiede pochi vestiti che gli sono stati donati dall’ospedale di Conegliano e da anni la sua auto è diventata la sua casa: è lì che è costretto a trascorrere le fredde notti invernali, con solo due coperte.

«Anni fa non mi mancava niente, avevo un’azienda che a partire dal 2008 ha cominciato ad andare male. Poco dopo ho iniziato a stare male anch’io, a causa di gravi patologie cardiache di cui soffro» ha raccontato.

In seguito sono arrivati problemi in famiglia: «Il mio matrimonio è finito e, dopo la separazione, sono andato a vivere con mia mamma, che all’epoca era malata oncologica. Ho continuato a lavorare fino al 2022».

Con la morte della madre, però, la situazione è precipitata: «Ho cominciato a stare sempre peggio e vista la mia salute precaria, non sono più riuscito a lavorare e di conseguenza a pagare l’affitto. Mi sono rivolto al sindaco, agli assistenti sociali, alla Caritas, ai padri del Brandolini: facevo quello che potevo».

Ad un certo punto, tuttavia, lo sfratto è diventato esecutivo: «Nel 2024 mi trovavo in ospedale per un ricovero e nel frattempo sono stato sfrattato senza sapere nulla. Ero in contatto con gli assistenti sociali, ma non è stato comunicato nulla a chi di dovere.

Quando sono rientrato non c’era più niente. Dal 25 giugno 2024 sono in strada e ho solo la mia macchina».

Dopo mesi di incertezze, Mauro aveva trovato una sistemazione provvisoria a Cimadolmo: «La Polisportiva

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Voluntas, tramite il presidente, mi aveva offerto un alloggio.

Io stavo benissimo, almeno mi riposavo e stavo al caldo. Sono rimasto alcuni mesi, finché il comune non mi ha fatto andare via. Mi sono sentito abbandonato dalle istituzioni che mi avevano promesso aiuto.

Da lunedì sera sono di nuovo in macchina».

Con le sue condizioni di salute, Mauro ha bisogno di stare al caldo altrimenti rischia di morire: «Io vado incontro a morte sicura se rimango in questa situazione. L’anno scorso sono rimasto due mesi in macchina e poi sono stato ricoverato in ospedale per assideramento, con le gambe in carne viva. Mi hanno salvato per miracolo».

Alcuni amici tra Cimadolmo e San Polo cercano di aiutarlo: «Mi portano da mangiare, mi invitano a casa e mi offrono quello che hanno. Io non ho nemmeno i soldi per un pasto o per la benzina. Inoltre ho bisogno di medicinali salvavita.

Vorrei una sistemazione qua vicino, così, nel caso in cui mi senta male, possa raggiungere l’ospedale di Conegliano. Non chiedo assistenza gratuita: voglio dignità». 

 

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