Perde il lavoro, la moglie si prostituisce

«Mia moglie costretta a prostituirsi per mantenere la famiglia: aiutatemi a trovare lavoro».
La disperazione di un artigiano edile, 44 anni di Castelfranco, fa cadere ogni pudore. Paolo, senza lavoro da due anni e mezzo dopo aver chiuso la sua impresa per colpa della crisi, racconta la sua storia in tivù.
Ieri sera, ai microfoni di Antenna Tre, ha confessato la sua triste quotidianità. Un ultimo tentativo di trovare un’occupazione: «Voglio togliere mia moglie dalla strada».
Lui senza lavoro e senza speranze, lei costretta a mettere da parte la sua dignità per salvare la famiglia. Al marito ha detto: «Vado a fare la badante di notte in una famiglia di Vicenza».
Ma la verità è venuta a galla nella durezza di una telefonata ricevuta in piena notte dalla Questura berica: «Sua moglie è qui da noi, l’abbiamo presa durante una retata di prostitute. Venga a prenderla».
Lei non ha più potuto nascondere quel lavoro con cui manteneva la famiglia: sesso a pagamento con clienti recuperati lungo la Regionale 53. Lui, il gelo nel cuore, non ha potuto impedirle di tornare a battere le strade: «Ho dovuto accettare, oggi non abbiamo alternative».
Poi l’appello accorato ai microfoni di Antenna Tre: «Aiutatemi a trovare lavoro».
Paolo fino al 2009 era titolare di un’impresa edile. Un artigiano del mattone caduto nel baratro della crisi: «Se non paghi le tasse perchè non hai i soldi per farlo, non ti rilasciano i documenti e non puoi lavorare. Ho dovuto chiudere».
Con la sua esperienza decennale nei cantieri, è riuscito a essere assunto come operaio specializzato. «Pochi mesi e poi di nuovo il nulla. Ovunque io vada mi ripetono che sono troppo vecchio».
Niente lavoro e la disperazione spinge Paolo nella depressione. «Ho tentato di farla finita nel garage di casa: sono salito su una scala, mi sono stretto una corda al collo. Mia moglie è arrivata quando mi stavo lanciando nel vuoto». Ha salvato il marito e poi si è messa alla ricerca di un lavoro. Niente da fare neppure per lei. Nessun lavoro «regolare». Al marito ha raccontato di aver trovato un posto come badante di notte a Vicenza. In realtà ogni sera partiva da casa per andarsi a prostituire e mettere assieme i soldi necessari a sbarcare il lunario. Soldi allungati dalle mani dei clienti dopo le prestazioni a luci rosse.
Un mese e mezzo dopo, Paolo ha scoperto dalla Questura la vera occupazione della moglie. Rabbia, vergogna e ora una gran voglia di riscatto lo hanno spinto a tentare un’ultima carta per salvare la moglie dall’offesa della strada: l’appello in tivù.
«Aiutatemi a trovare un lavoro– ripete con gli occhi bassi che guardano le mani – È tempo di rialzare la testa. Basta: è vero, i soldi ci servono, ma non posso accettare che ogni notte sia ferita la dignità di mia moglie».
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