Perché non pubblichiamo il video-choc di Manuel

TREVISO. Questa mattina è stato fatto circolare un video, tratto da una telecamera di sorveglianza dell'area teatro del dramma. Sono quasi due minuti e mezzo, un tempo interminabile per l'angoscia e il senso di sgomento ineluttabile che trasmette. Mostra Manuel assieme alla fidanzata, il momento dello sparo, lui che si accascia a terra, lei che non capisce cosa sia accaduto.Lui rantola a terra. Questo si vede, senza troppi giri di parole.
E' una scena di una violenza inaudita, che fa male. Ci siamo posti questa domanda: ha un valore giornalistico, questo video? Probabilmente sì. Chi, a differenza nostra, ha scelto di pubblicarlo, ha scritto che "bisogna guardare in faccia l'orrore". Qualche sito l'ha messo e poi ci ha ripensato, togliendolo senza scusarsi.
Noi non facciamo i maestrini, né diamo lezioni a nessuno, Semplicemente, siamo liberi come chiunque altro. Liberi di scegliere. E abbiamo scelto di non pubblicare questo video, perché non vogliamo alimentare il voyeurismo da rotocalco tivù del pomeriggio, ma soprattutto perché Manuel rantolante a terra è un'immagine che abbiamo già cancellato dalla nostra mente.
Siamo vicini a lui, al suo fantastico padre, alla madre che lui stesso ha voluto subito confortare, alla sua famiglia, ai suoi amici, a tutti quelli che gli vogliono bene. Crediamo nella scienza. Nei miracoli, anche. Vogliamo solo una cosa, in questo momento; rivederlo in piedi.
Perché i veneti si rialzano sempre, e Manuel si rialzerà.
* condirettore quotidiani veneti gruppo GEDI
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