Per errore gli scrutini finiscono online, caos al Palladio

TREVISO. Un “buco”informatico, un errore o una falla in un sistema che non era stato testato prima degli scrutini? Non è chiaro quale sia la causa della pubblicazione dei dati scolastici di alcuni studenti del Palladio di Treviso nel sito internet della scuola. È certo solo il fatto che la fuoriuscita abbia scatenato un putiferio e una pioggia di contatti nel profilo web dell’istituto tecnico trevigiano. A finire on-line infatti non le assenze e le note, ma l’esito provvisorio degli scrutini pre-esame di alcune quinte.
È successo tutto venerdì pomeriggio. All’interno della scuola vari insegnanti si erano riuniti per effettuare dei pre-consigli di classe e formalizzare i primi voti e le prime annotazioni in vista della pubblicazione dei fantomatici “tabelloni” con la lista dei risultati scolastici e l’ammissione (o meno) all’esame di quinta.
Gli insegnanti attorno al tavolo, così come richiesto dalla scuola, hanno elaborato le loro valutazioni con il registro informatico “Didanet”, un programma di gestione dati che sostituisce di fatto il vecchio registro cartaceo permettendo ai docenti di registrare assenze, voti, note che possono essere consultati in diretta dagli studenti e dai genitori digitando nome, cognome e chiave di accesso. Parola d’ordine: trasparenza. Solo che stavolta la tecnologia ha sgambettato tutti.
Le valutazioni espresse in consiglio di classe infatti erano materiale “privato”, “riservato”, non tanto perchè il consiglio era stato convocato anzitempo, ovvero prima della fine della scuola; ma soprattutto perchè i dati, i voti, gli “aiutini” dati agli studenti in questa o quella materia, discussi e approvati nel consiglio dei prof non facevano parte delle schiera di informazioni da riportare in “Didanet”. Invece che è successo?
Mentre gli insegnanti discutevano, e il tecnico di supporto al consiglio riportava voti ed eventuali note, tutto veniva automaticamente caricato e pubblicato nel sito internet della scuola. Non è servito molto, agli studenti, per accorgersi di quanto stava accadendo e far partire un incredibile tam tam via sms.
«Collegati, ci sono i nostri voti», riportava venerdì un messaggio scambiato tra alcuni maturandi. Nel giro di un’ora il sito della scuola è stato preso d’assalto, senza che nessuno (dentro) si rendesse conto di nulla. A svelare quanto stava accadendo la telefonata di un genitore che, avvertito dal figlio della pubblicazione dei risultati, ha candidamente chiamato l’istituto dicendo: «Scusate, mi hanno detto che pubblicate tutto... posso avere una password per leggere anche io?». Apriti cielo. Gli insegnanti sono letteralmente sbiancati.
Sgambetto per sgambetto infatti, quando i prof si sono resi conto che tutto, ma proprio tutto quello che stavano concordando, veniva riportato nel sito della scuola, hanno constatato come alcuni risultati riportati nelle tabelle non fossero quelli concordati. «Uno studente ammesso risultava bocciato», commenta amarissima un’insegnante, «e poi le note.. gli aiuti... una situazione disastrosa in palese violazione della privacy».
Il flusso dei dati è stato bloccato, ma ormai era troppo tardi. «L’ennesimo sballo di un sistema cavilloso, problematico e gestito malamente», commentavano ieri alcuni docenti, palesemente imbarazzati davanti alle domande degli alunni che chiedevano conto dei voti ricevuti.. e di quelli dati ad altri. Di qui l’intervento del preside, che in mattinata, ieri, ha cercato di riportare la calma spiegando che i risultati – quelli veri – sarebbero stati ratificati nei prossimi giorni (pare mercoledì). Ma ormai la frittata era fatta.
Al Palladio infatti da due giorni non si parla d’altro che dei voti, e delle note a margine dei professori che, ignorando di essere «in diretta», hanno fatto quello che fanno tutti gli anni, tutti gli scrutini: hanno deciso la sorte dei loro studenti valutandone le capacità, i deficit, i problemi, ed eventualmente le “spintarelle” o le penalizzazioni. Per una scuola che vuole essere sempre più al passo con i tempi la dimostrazione che la tecnologia non è sempre una garanzia di successo.
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