«Pavesi, un delitto impunito»

Uno del commando: scandaloso non ci abbiano condannato per omicidio
Cristina Pavesi, la studentessa morta nell’assalto al treno
Cristina Pavesi, la studentessa morta nell’assalto al treno
 
CONEGLIANO.
«È uno scandalo che nessuno di noi sia stato imputato per l'assassinio di Cristina Pavesi. Ci hanno contestato la rapina e io non sono mai stato condannato per quell'assassinio. Lo hanno fatto per aiutare Giulio Maniero. Continuo ad avere un grande rimorso per la morte di quella ragazza». Parla per diverse ore in aula bunker a Mestre, Paolo Pattarello, uno del comando che il 13 dicembre 1990 partecipò all'assalto al treno di Vigonza. Ha parlato nel processo d'appello contro la Mala del Brenta. Il processo nato dopo il pentimento a metà anni Novanta di Felice Maniero. Un processo che si occupa di omicidi, rapine e di droga, lontani nel tempo. E dove per l'ennesima volta «sodali» di Maniero cercano di mettere in discussione la verità del capo che si è pentito. Ieri Pattarello ha ripetuto la sua verità. Sulla morte dei fratelli Rizzi uccisi secondo lui perchè Maniero temeva che lo volessero ammazzare. E poi ha spiegato di quando fu lui ad acquistare un fucile di precisione con canocchiale che Maniero intendeva utilizzare per ammazzare il giudice Francesco Saverio Pavone che all'epoca lo stava processando e alla fine lo fece condannare a 33 anni.  Per organizzare l'attentato poi non compiuto fecero anche dei sopralluoghi nei pressi dell'abitazione di Pavone. Ma ancora una volta Pattarello ha voluto spiegare come sia stato Maniero, alla fine, a gestire il suo pentimento dettando le proprie regole alla magistratura veneziana. Ha raccontato dei «pizzini» con i quali il boss già pentito e in regime di protezione dal carcere ordinava ai suoi «colonnelli» ancora liberi di vendere la droga rimasta e di consegnare i soldi ai parenti - alla madre Lucia o al cugino Giulio -, tanti soldi. Secondo Pattarello almeno due miliardi di vecchie lire. Intanto, per ricordare Cristina Pavesi il comune di Campolongo Maggiore ha organizzato un premio letterario.

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