Parco Manin aperto anche di notte «Ci prepariamo»

Il Comune ha allo studio l’eliminazione di almeno una parte della recinzione: «Prima però vogliamo capirne la storia»

MONTEBELLUNA. Adesso si tratta di ripensare a come strutturare il parco Manin. Con la previsione che a breve alla restaurata Barchessa Manin arrivi l’attività di ristorazione e promozione dei prodotti tipici, in questo momento sul tavolo c’è la questione di come rendere fruibile in modo diverso e anche in orario notturno il grande parco collocato in centro città.

spazio chiuso

È infatti recintato: un muro lungo il lato sud e parte del lato ovest; recinzone in ferro battuto realizzata negli anni Novanta nel lato nord; recinzione in rete metallica lungo il lato est; recinzione metallica nata assieme alla realizzazione del Residence HB a ovest. C’è anche l’ipotesi di portare al parco Manin la sede fissa del Palio del Vecchio Mercato. Da oltre vent’anni poi, ossia dai tempi di un convegno tenuto da Domenico Luciani allora direttore di Benetton Studi e Ricerche, c’è l’idea di eliminare le recinzioni e farne un parco aperto.

spazio aperto

È anche una idea del sindaco Marzio Favero, che però procede su questa strada con molta cautela perché parecchi sono i soggetti interessati. «La premessa posta dalla Sovrintendenza è di capire che storia ha avuto il parco Manin e partire da lì con una riflessione per definirne il futuro», spiega il sindaco. «L’impegno preso con la Sovrintendenza è capire come è nato, quando, con quali caratteristiche: insomma si tratta di verificarne le radici storiche per valutare poi che utilizzo dare a questo polmone verde collocato in centro città. L’obiettivo è ovviamente di arrivare a farne un parco sul modello dei parchi mitteleuropei. Guardando le vecchie foto si capisce che il vero e proprio parco era nella parte nord, mentre nella zona sud sembra ci fossero coltivazioni: facciamo questa ricostruzione storica per progettarne il futuro».

la storia

Il Parco Manin era di proprietà della Curia di Venezia, poi era stato ceduto negli anni Settanta al Comune ottenendo in cambio però 25mila metri quadri di lottizzazione sulla parte ovest, quella dove c’è ora piazza Moro. Ha quattro accessi, che vengono aperti al mattino e chiusi alla sera, a cui si sono aggiunti ora quelli dell’area della Barchessa Manin. L’attività di ristorazione in barchessa non si scontrerà con la chiusura serale del parco, perché gli accessi da piazza Moro saranno gestiti da chi avrà l’attività di ristorazione, però la scommessa è di eliminare le recinzioni e farne un parco aperto.

i controlli

«Adesso non lo possiamo fare: prima deve esserci una adeguata videosorveglianza e l’interno del parco deve essere illuminato, perché prima di tutto è necessario garantirne la sicurezza. Già abbiamo dato le chiavi dei cancelli ai carabinieri così possono entrare di notte in caso di necessità perché non è certo un problema per chi vuole intrufolarsi all’interno scavalcare la recinzione», spiega il sindaco Marzio Favero, «ma in ogni caso vogliamo prima ricostruire la storia del parco Manin e in base a quella definirne il futuro utilizzo. L’obiettivo è renderlo un’area di relazioni tra le varie parti della città anziché solo un’area di transito diurno».

Intervenire sul muro di cinta sud del parco consentirebbe anche di ricavare spazio utile per realizzare una pista ciclopedonale lungo la trafficatissima via Galilei.—

Enzo Favero

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