Paolo e il viaggio al “Magic Bus” «Arrivarci era quasi impossibile»

l’avventura
Un autobus che vola non si vede tutti i giorni. Ma non è un mezzo qualunque, bensì il “Magic Bus”, il pulmino che fu l’ultimo rifugio del giovane Christopher McCandless durante l’avventura attraverso le terre selvagge dell’Alaska. Una storia vera, che ha ispirato il film “Into the Wild” del 2007, diretto da Sean Penn ed interpretato da Emile Hirsch. Il motivo della rimozione? Troppi turisti avevano cercato di raggiungerlo senza un’adeguata preparazione, finendo per cacciarsi in guai molto seri. E così, dopo due incidenti mortali negli ultimi 10 anni e una ventina di missioni di soccorso, ecco la decisione di portare il mezzo verso una destinazione più sicura.
Una terra dura, ostica, ma di una bellezza affascinante come raccontato Paolo Lorenzon, 51enne che abita a Ponte di Piave e che è stato in Alaska nell’agosto 2017: «Un’esperienza indimenticabile, che ho fatto con gli amici di “Avventure nel mondo”. Avevo un sogno, quello di visitare l’estremo nord e quello sud del continente americano. L’ho realizzato nel 2017, esplorando l’Alaska ad agosto e la Patagonia a dicembre».
L’autobus era davvero così difficile da raggiungere? «Sì, era davvero in una zona selvaggia. Si trovava all’interno del parco del Denali, 382 km a nord di Anchorage, una zona naturale protetta di oltre due milioni di ettari. Ci sono visite guidate molto ben organizzate e i turisti il più delle volte si fermano in un punto dove c’è una replica perfetta dell’autobus, con un piccolo centro visitatori che ricostruisce fedelmente quella che è stata l’esperienza di McCandless. Non tutti però rispettano le indicazioni e finiscono per avventurarsi fuori dai sentieri battuti, cosa poco raccomandabile considerando che lì si resta connessi col resto del mondo solo con telefoni satellitari».
Un’esperienza che però vale la pena di fare: «L’Alaska è una terra con una natura incredibile, dove si può stare in solitudine ad apprezzare la bellezza di un territorio incontaminato. Non è un viaggio economico, ma ne vale la pena». —
Ubaldo Saini
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