Panico in ferrata, famiglia salvata
Mamma, compagno e figlio di 13 anni recuperati dal Soccorso Alpino

Un ponte della ferrata Sass Brusai
PADERNO.
Una ferrata di media difficoltà, tre ore e mezza compresi il tempo per raggiungere la parete, un sole estivo, una vista da batticuore dal ponte tibetano. Tutti gli ingredienti per una bella uscita di famiglia, ma dietro l'angolo l'imprevisto. E ieri alle 14.30 dalla ferrata Sass Brusai è partita la chiamata di aiuto. Panico a quota 1.280 metri per mamma F.B., 41 anni, salita in montagna da Mestre con il figlio A.B., 13 anni, e il compagno F.P., 42 di San Biagio di Callalta. I tre si erano avventurati in mattinata sul sentiero che sale alla ferrata Sass Brusai. Un percorso attrezzato non molto lungo, da affrontare, stando agli esperti, con sulle spalle discrete capacità soprattutto per i tratti in cresta. Ieri era una bellissima giornata di una primavera pronta a trasformarsi in estate: uno dei periodi migliori per percorrere la Sass Brusai. Tutto bene nel primo tratto della ferrata. Arrivati sopra i 1.200 metri, le prime difficoltà. La mamma è stata colta da una crisi di panico davanti a un tratto esposto. La paura l'ha improvvisamente paralizzata: non riusciva ad andare avanti nè a tornare sui suoi passi. Figlio e compagno hanno cercato di rincuorarla. Ma niente, la donna era incapace di proseguire. E' partita la chiamata al 118 che, vista la richiesta di aiuto, ha domandato l'intervento del Soccorso Alpino della Pedemontana del Grappa. Erano le 14.30 e la macchina degli angeli della montagna si è messa in moto. Una squadra di quattro soccorritori, tra di loro un infermiere, ha raggiunto i tre escursionisti dall'alto. Li ha assicurati e li ha aiutati a scendere a ritroso l'itinerario. I tre sono stati calati negli ultimi dieci metri della ferrata legati ai soccorritori. Erano le 18.30 quando mamma, figlio e compagno sono arrivati al sentiero. Un abbraccio liberatorio, un grazie sincero ai soccorritori e il ritorno a casa. Un'uscita in montagna da ricordare. Nello zaio, accanto a scarponi, corde e moschettoni, il panico in quota, un bagaglio di esperienza da portare per le prossime uscite. (a.d.m.)
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