Panevin, seimila in festa ad Arcade Faville verso sera, il 2019 ci sorride

Centinaia di panevin, ufficiali o “fatti in casa”, ma comunque strapieni di pubblico, pinza, vin brulé e bambini, hanno illuminato la notte della Marca, con migliaia di trevigiani a interpretare le traiettorie delle “faive” (“fuische” in Sinistra Piave) e immaginare il 2019. Se l’oracolo di riferimento è la pira di dimensioni maggiori, allora parlano gli 11 metri del panevin di Arcade. Faville che vanno un po’ interpretate, anche se Zaia - come sempre ha acceso la pira - non ha avuto dubbi e ha rimodellato sull’attualità il vecchio adagio: «Faive verso sera, autonomia pien caliera». Per il resto è stata la solita festa: ieri lo storico rito ha richiamato nel centro di Arcade oltre 6 mila persone. Alle 21 la magia dell'accensione, dopo che Zaia aveva fatto tappa ai falò di Fontanelle, Visnà di Vazzola e Borgo Malanotte. «C’è chi parla dei panevin come di una mega “botta” di inquinamento» ha esordito Zaia dal palco, «non sono d’accordo, stiamo parlando di un esercito di volontari che lavora a questa manifestazione per anni. Non sono degli inquinatori. È una volta ogni 12 mesi, guardiamo per una volta a ciò che di positivo porta».
sicurezza e volontari
Così, se il panevin più grande della provincia ha dato il suo responso, va sottolineato anche l’aspetto sicurezza. Anche quest’anno, infatti, piazza Vittorio Emanuele era osservata speciale. Il dispiegamento di forze dell’ordine e dei volontari è stato massiccio e la macchina organizzativa era non a caso al lavoro già da settimane. Più di cento persone, tra alpini, volontari della protezione civile, carabinieri in congedo oltre alle forze dell’ordine, hanno vigilato sui presenti, ai parcheggi e agli ingressi. Rigidissime le regole per arrivare in piazza, con tutte le strade di accesso bloccate da mezzi pesanti messi di traverso. Quasi un altro centinaio di volontari si sono invece alternati nei servizi di ristoro. E la soddisfazione non è mancata. Come ogni anno. «Il nostro panevin si è confermato il panevin dei veneti: una grande festa per tutti» il commento del sindaco di Arcade Domenico Presti a margine del “rito” dell’accensione, «e pensare che nel 2011 sarebbe potuto saltare tutto, vista la necessità di spostare il luogo di accensione dal sagrato della chiesa. Come ci abbiamo creduto otto anni fa continueremo a crederci ancora e la risposta di volontari e cittadini, che ringrazio, è sempre più magica. Come il panevin».
il “faivologo”
Soddisfatto anche Rolando Migotto, da due anni alla guida del gruppo alpini di Arcade, che torna anche sul tema sicurezza. «Le difficoltà sono tante, aumentano di anno in anno e la burocrazia ci soffoca letteralmente, ma non molleremo» spiega il numero uno degli alpini arcadesi, «fortunatamente abbiamo una squadra di giovani che ci fa guardare avanti con speranza e che ci permette di proseguire in questa tradizione. Una tradizione che non guarda tanto alla grandezza ma piuttosto alla continuità, ai passaggi di generazione in generazione, perché il buon auspicio è sempre dalla parte delle persone. Il panevin di Arcade illuminerà questo 2019 al meglio. Le faville? Ha ragione Zaia, vanno verso sera. Sarà un bell’anno, ma non dimentichiamoci che fortuna e sfortuna dipendono soprattutto da noi». Da sottolineare, poi, come ieri sera ci sia stato un assente d’eccezione, a quanto si ricorda per la prima volta. Un’influenza ha infatti bloccato a casa Florindo Cecconato, ex capogruppo degli alpini di Arcade – li ha guidati per 34 anni di fila, fino al 2016 – e vera e propria memoria storica del Panevin. Era il “faivologo” ufficiale: a lui toccavano i responsi e la lettura delle faville, nel segno della saggezza popolare, ieri notte è stato sostituito quindi da Rolando Migotto, anche lui capogruppo delle penne nere. —
Alessandro Bozzi Valenti
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