Ospedali, posti letto evaporati nella Pedemontana. Solo due ogni mille abitanti

MONTEBELLUNA
«Oggi, con 492 posti letto totali per 240 mila utenti, l’area di Castelfranco e Montebelluna si ferma a due posti letto per mille abitanti. La media della provincia di Treviso, già del tutto insoddisfacente, è di 3,2 posti letto. Quella della regione Veneto è di 3,5. Ciò che indicano, invece, le direttive del ministero è che sia soddisfatto il requisito di 3,7 posti letto per mille abitanti»: dati sui due ospedali di Montebelluna e Castelfranco che per l’ex senatrice montebellunese Laura Puppato e per il castellano Claudio Beltramello sono la conseguenza dell’arrivo dello Iov al San Giacomo.
L’attacco
«Siamo di fronte a una pesante riduzione delle garanzie sanitarie per un’intera, vasta area di cittadini, uno smantellamento progressivo e silenzioso – aggiungono i due – a cui i numeri danno voce, superando ogni propaganda». Ma più che l’arrivo dello IOV, per i due esponenti del Pd è il frutto dei tagli alla sanità pubblica.
«L’area medica dell’ospedale di Montebelluna è in seria difficoltà. Nel reparto di medicina generale si contano otto medici che devono gestire 72 posti letto – spiegano Puppato e Beltramello – La situazione è particolarmente difficile di notte quando scatta la guardia interdivisionale per l’area medica. Un unico medico di guardia si ritrova a coprire da solo 140 posti letto: 72 di medicina generale, 40 di geriatria, 12 di pneumologia, 20 di fisiatria e 14 di lungodegenza. Si tratta di un carico eccessivo e insostenibile, dato che il limite massimo indicato per ciascun medico in guardia attiva dalla Regione è di 99 posti letto».
Anche la psichiatria ha problemi di numeri: «Conta 16 posti letto a Montebelluna – dice Puppato – ma i medici sono solo cinque incluso il primario. Così, anche se c’è sempre uno psichiatra reperibile, dal venerdì alla domenica la guardia notturna per le problematiche internistiche viene affidata a un medico non specialista in psichiatria».
Problema intrecciato
E dato che gli ospedali di Montebelluna e Castelfranco sono interdipendenti ecco che i problemi dell’uno si riflettono sull’altro e viceversa. «Dopo la revisione delle schede ospedaliere voluta dalla Regione, che ha comportato una riduzione dei posti letto del San Giacomo da 300 a 189 unità – spiega Beltramello – l’utenza complessiva delle due strutture, calcolata in 240 mila cittadini, fa i conti con prestazioni e personale ridotti, con liste d’attesa allungate e, quindi, con la crescente necessità di spostarsi verso altri ospedali della provincia. Ad esempio oggi i reparti di gastroenterologia e urologia, nonostante la loro vocazione prevalentemente non oncologica, sono stati ceduti allo Iov. La conseguenza è che si fanno molti meno esami e meno visite e non vengono più garantiti servizi come l’endoscopia digestiva di notte e nel fine settimana, con la conseguenza che se un paziente arriva in emergenza, con un sanguinamento gastrico, deve essere trasferito a Treviso».
Stesso discorso per ematologia, ceduta allo Iov. «Il risultato complessivo è una riduzione preoccupante di servizi. Ci vuole un’azione congiunta delle due città», conclude Puppato. —
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