Tragedia del Terraglio, Ronnie Levacovic positivo all’alcoltest

Ufficializzati gli esiti delle analisi tossicologiche: il Rom si era messo al volante della sua Bmw con un tasso alcolemico di 1,05 quando tamponò e uccise Miriam Cappelletto e Mara Visentin

Marco Filippi

Aveva un valore di alcol nel sangue pari a 1,05 milligrammi, più del doppio del valore base per cui scatta la contestazione di guida in stato d’ebbrezza. Un valore non altissimo (nella macchina di Levacovic fu trovata anche una bottiglia di superalcolico sigillata che aveva fatto pensare anche a valori altissimi) ma che costituirà un‘aggravante per il Rom nel procedimento penale a suo carico accusato di aver provocato la tragedia che, nella notte tra il 23 e il 24 marzo scorso, sul Terraglio a Preganziol, costò la vita di Mara Visentin, 63 anni, e dell’amica Miriam  Cappelleto, 51, due madri di famiglia, entrambe di Preganziol.

Il pubblico ministero Giulio Caprarola che coordina le indagini ha appena chiuso l’inchiesta nei confronti di Levacovic (difeso dall’avvocato Francesco Murgia) e si appresta a contestargli le accuse di omicidio colposo plurimo e una sfilza di aggravanti. Prima fra tutti, appunto, la guida in stato d’ebbrezza. Ma poi anche l’eccesso di velocità per aver viaggiato ad una velocità di almeno 50 chilometri orari superiore alla velocità massima consentita nel tratto del Terraglio (fissata in 70 chilometri orari – secondo l’accusa viaggiava a 125 chilometri orari) e di aver provocato appunto la morte di più persone. 

La notte della tragedia, era circa l’1.45, le due donne stavano tornando a casa a bordo di una Citroen C1, dopo aver trascorso qualche ora assieme alla sala Bingo di Treviso, quando furono tamponate ad una velocità folle dal 25enne di origine Rom che vive nella case popolari di via Bindoni. L’urto, come sottolinea l’ingegner Pierluigi Zamuner, consulente del pubblico ministero Caprarola, fu talmente violento che sul paraurti posteriore della Citroen C1 rimase marchiata la targa della Bmw di Levacovic. «Il primo urto - si legge nella consulenza di Zamuner - ha interessato la Citroen e la Bmw: si tratta di un tamponamento del veicolo condotto da Levacovic ai danni di quello della Visentin. L’impatto viene collocato all’interno della corsia di destra e ha interessato la parte posteriore della Citroen e quella anteriore della Bmw: l’impronta della targa di quest’ultima sul paraurti della vettura tamponata indica chiaramente la reciproca posizione assunta all’impatto. A seguito dell’urto, poi, la Citroen deviava a destra e veniva spinta in avanti andando a urtare contro la spalletta del ponticello del civico 74, dove si fermava».

Ora il difensore di Levacovic ha 20 giorni di tempo per chiedere un interrogatorio o presentare memorie difensive. Levacovic è incensurato. Ma attualmente, sul suo capo, oltre all’inchiesta per omicidio stradale plurimo per la tragedia del marzo scorso a Preganziol, pende anche un procedimento penale per truffa in tribunale a Pordenone. In concorso con altre tre persone è accusato di aver raggirato una donna che aveva messo in vendita su un sito di aste on-line una stufa a legna al prezzo di 250 euro. Solo che, secondo il sostituto procuratore Carmelo Barbaro, Levacovic e  altre tre persone avrebbero con uno stratagemma alleggerito di quasi 2.500 euro il contro dell’inserzionista. Da qui la richiesta di rinvio a giudizio di Levacovic e i tre presunti complici.

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