Omicidio dell’enologo Ulrico Cappia, la Corte d’Appello conferma l’ergastolo all’assassino

CONEGLIANO. La Corte d’Appello di Roma ha confermato la pena dell’ergastolo per Giuseppe Ruggieri: è lui l’assassino dell’enologo coneglianese Ulrico Cappia. La sentenza è arrivata ieri pomeriggio. Secondo i giudici, dunque, non ci sono affatto dubbi: a uccidere l’enologo è stato Ruggieri, unico imputato con l’accusa di omicidio volontario aggravato. Il corpo di Ulrico Cappia era stato ritrovato la sera del 4 settembre 2014 all'interno della sua Fiat 500, in una proprietà vicina all'azienda in cui lavorava a Itri, in provincia di Latina. Qualcuno prima gli aveva sparato, poi aveva dato fuoco alla sua vettura con il corpo all'interno. Le indagini, fin da subito, convergevano su di un unico nome, quello di Ruggieri, ex dipendente dell'azienda. Un testimone chiave è stato il titolare dell'azienda vinicola per cui l’enologo lavorava. Secondo l'ipotesi accusatoria Giuseppe Ruggieri, operaio di 57 anni, ha messo in atto il piano criminale perché venne allontanato dall'azienda a causa dell'enologo coneglianese. In provincia di Latina l'enologo di Conegliano si era trasferito da diversi anni, dopo essersi diplomato all'istituto Cerletti di Conegliano e aver iniziato la sua carriera nel Trevigiano (era stato direttore della cantina sociale di Codognè ed enologo al Castello di Roncade). All'interno della tenuta, lungo la provinciale tra Itri e Sperlonga, era stato trovato il corpo carbonizzato del coneglianese. Investigatori e inquirenti avevano ricostruito minuziosamente le ultime ore dell'enologo che quella notte si era trattenuto all'interno dell'azienda oltre il normale orario di lavoro per completare alcune operazioni in vista della imminente vendemmia. Giuseppe Ruggieri era stato arrestato a novembre del 2013.
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