Oltre 40 mila documenti antichi e pergamene La biblioteca capitolare ora si legge sul web

La rivoluzione digitale è stata compiuta da decine di classi dei licei Canova, Da Vinci e Duca che hanno messo mano ai codici storici 

l’iniziativa

Studiosi di storia e di letteratura antica da tutto il mondo collegati attraverso i sentieri della ricerca bibliotecaria on line fino a Treviso, per consultare il prezioso patrimonio degli antichi documenti conservati in città all’interno della biblioteca capitolare di via Canoniche.

A partire dal 2004 è iniziato il lavoro di catalogazione informatica del patrimonio librario e la scansione delle antiche pergamene. All’opera insieme al responsabile e curatore della biblioteca diocesana, don Giuseppe Benetton, nel corso degli anni gli studenti in arrivo dai licei della città. Prima in veste di volontari. E dal 2016 coinvolti nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro. Missione speciale: rendere consultabile e fruibile il prezioso materiale della biblioteca per le ricerche bibliografiche. Il risultato ha prodotto la messa in rete di 36 mila libri e 5 mila pergamene fino ad oggi scansionate. Delle 45 mila conservate: una miniera culturale che solo aspetta di essere catalogata. Oltre ai libri tutti i documenti antichi sono accessibili sia collegandosi al sito del sistema bibliotecario nazionale che a quello capitolare di Treviso. Pergamene rigorosamente scritte in latino con caratteri cancellereschi ad opera di notabili. Un “giacimento” storico e culturale unico che apre una finestra a ritroso nei secoli sulla storia di Treviso a partire dal 1135 fino al 700 inoltrato. Dalle pergamene scritte in latino con caratteri cancellereschi ad opera di notabili, ai manoscritti e alle bolle pontificie. Spuntano pure i “Ducales”, le lettere scritte tra il 1340 fino al 1798 dai dogi della Repubblica di Venezia ai podestà di Treviso. Altre pergamene, circa un migliaio, riguardano infine la vita del Capitolo della cattedrale a partire dal 1100 fino al 1300. Sono per lo più di contenuto economico: «Riguardano acquisti e vendite», spiega don Giuseppe, «ma quel che è interessante è che rendono possibile la lettura della vita della città e dei suoi cittadini al tempo. E Treviso era una città piccola certo ma perfettamente autosufficiente». Degne di nota le pergamene che riguardano il regolamento edilizio della civis tarvisium. Come quelle che riportavano le attività degli artigiani, gli scambi commerciali e la vita della città. Con tanto di Comune del tempo che invitava i cittadini a utilizzare e ristrutturare edifici già esistenti. In tempi non sospetti era persino vietato lo spreco del territorio e gli “abusi edilizi” come si chiamano oggigiorno: «Il controllo edilizio avveniva con molta attenzione nella Treviso del 1200», mette in luce don Giuseppe, «L’utilizzo del territorio era controllato, si invitava a non costruire sopra le strade». Affiora da un’antica pergamena qui conservata persino la trattativa condotta dalla città di Treviso con Federico Barbarossa per garantire alla città la concessione dei portici. Altrettanto certosino il lavoro di catalogazione informatizzato e di scansione della documentazione dal 2016 compiuto da decine di classi dei licei Canova, Da Vinci e Duca degli Abruzzi che hanno messo mano agli antichi codici e alle pergamene durante le attività di alternanza scuola-lavoro.

Sono 36 mila i volumi fino ad oggi catalogati, 15 mila i pezzi scansionati negli ultimi 10 anni. Le richieste in arrivo da studiosi di storia, letteratura antica e codicologia giungono oggi a Treviso da tutto il mondo. E rendono per la prima volta il patrimonio della biblioteca capitolare più conosciuto altrove che in casa: «Nell’ultima settimana di lavoro abbiamo ricevuto richieste da Montreal, Berlino, New York e Londra», mette in luce don Giuseppe, «Qualcuno cercava tra questo patrimonio persino tracce di poeti trovatori al femminile, poetesse antecedenti allo Stilnovo». La storia di Treviso narra che quando l’archivio del Capitolo si costituì nel 1135 fungeva anche da archivio comunale e diete i natali alla prima biblioteca della città, l’unica esistente a Treviso fino all’arrivo della biblioteca comunale nella seconda metà dell’ottocento che ebbe come primo direttore l’abate Luigi Bailo.

Spiega monsignor Stefano Chioatto vice presidente e canonico archivista della biblioteca: «Una buona parte del patrimonio è costituito dall’archivio musicale con gli spartiti dei maestri di cappella del Duomo fiorenti tra il ’500 e la prima metà del ’600. Senza contare un nucleo consistente di incunabili stampati nel ‘400. Parte del patrimonio librario è andato distrutto in seguito al bombardamento del 26 dicembre 1944». —

A.V.

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