Olimpiadi d'Italia? Treviso sogna... con i fichi secchi

Il preannuncio, il presidente del Coni, era venuto a darlo agli studenti di sport management della Ghirada. Giovanni Malagò aveva anche spiegato, ai giovani universitari, che non erano più i tempi di Olimpiade centrata su una città e che non erano nemmeno più i tempi delle strutture sportive e logistiche cattedrali nel deserto con spese monstre per le quali pentirsi per sempre (salvo, naturalmente, tangentisti e tangentati). Insomma, ogni città Italiana poteva avere la propria fettina di grande sport rimettendo in sesto impianti già importanti. Poi la notizia è esplosa: alla faccia della mafia romana e dei precedenti orribili, avrebbe ricandidato l'Italia per le Olimpiadi del 2024. E qualcuno ha sognato. Vuoi vedere che anche Treviso....
Sì, certo, non per tanti sport. Ma uno, due... Per esempio si poteva sfruttare la vocazione ciclistica (la provincia di Treviso ha in percentuale - sul numero di abitanti - il più alto numero di tesserati). Siccome si continua (dal 1985) a dire che sta arrivando il velodromo, vuoi vedere che.... Invece apri la Gazzetta (che al Coni sta come Raiuno al Governo italiano) e scopri che quello emigrerà a Torvergata. Allora la strada: in fondo, quel circuito del Montello... Manco per sogno. Mtb? Scartata l'ipotesi delle Bandie (sono private. ma... se ci si può costruire il velodromo finanziato con i soldi pubblici...) resterebbe quella della pista del Montello, ma a distruggere quella attuale ci pensano già i contadini del posto, al grido di "facciamo prosecco fino al Lago di Garda e fino a Gorizia", figuriamoci. Il basket, almeno per le eliminatorie? Il Palaverde è privato. E comunque andrebbe adeguato alle nuove normative e al privato non si fanno regali. Potrebbe essere l'occasione buona per fare un grande palazzetto pubblico, finalmente? Campa cavallo, non abbiamo i santi in paradiso. Il volley? Stessa cosa. Il rugby, lì siamo quasi un'eccellenza italiana, no? Peccato che la pallaovale a 15 manchi dalla lista degli sport olimpici dal 1924.... e che l'unico stadio degno di questo nome è quello di Monigo, a Treviso, dove le tribune non hanno certo i numeri per una finale olimpica. Canottaggio? In fondo abbiamo avuto Baran e Sambo (timoniere Cipolla ) a Mexico 68... Niente da fare: Revine può andar bene per il triathlon (che comunque andrebbe altrove, a Milano sembra), ma non c'è abbastanza bacino e non è il caso di violentare l'ecoequilibrio. Stesso discorso per le cave mosoliane (che, come detto, sono private e quindi...).
Quindi? Picche. La mappa pubblicata dalla Pravda dello Sport non lascia speranza alcuna: a noi non tocca nulla, Marca perduta. Non resta che ripiegare sulle Celtimpiadi (vi piace? copy non protetto), che potrebbero in qualche modo ricalcare, almeno in parte, il delirio delle Olimpiadi proposte per Venezia e naturalmente mai approdato alla realtà. Ma anche in questo caso per la Marca non sarebbe tutto semplice: il Meschio non è abbastanza burrascoso per la canoa fluviale, Verona scipperebbe il ciclismo su strada alle Torricelle, come è già avvenuto, lasciandoci, come mel 1999, la "batarìa) delle crono, Venezia farebbe la parte del leone per basket e volley, contrattando con Milano e Brescia. Perfino l'mtb andrebbe a Bassano, mentre la pista non riusciremmo mai a scipparla a un redivivo Vigorelli. Calcio a Treviso? Non se ne parla. Nuoto nemmeno e poi cosa facciamo per il trampolino da 10 metri, usiamo quello sul fosso dei ragazzi di via Bison? Treviso continua a non avere un palasport pubblico e quindi pattinaggio, ginnastica artistica e compagna bella... niet. E avanti così.
Le Celtimpiadi non si faranno e, con tutta probabilità, nemmeno le Olimpiadi di Roma. Non resta che consolarci virtualmente della nostra delusione virtuale per l'altrettanto virtuale snobbatura. Con la netta sensazione di contare, comunque, un bel nulla.
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