L’officina La Marca di Treviso spegne i motori dopo una corsa lunga 38 anni
L’attività in Strada San Bartolomeo chiude dopo mille riparazioni all’anno e si trasforma: lì sorgerà un bed & breakfast. I titolari: «Tanti ragazzi sono cresciuti in bottega con noi. Abbiamo vinto tutte le scommesse»

Cacciaviti e chiavi inglesi appesi al chiodo, motori spenti. Venerdì 28 febbraio è l'ultimo giorno - dopo 38 anni - dell'autofficina La Marca in Strada San Bartolomeo a Treviso. Per i titolari Antonio Cian e Antonio Beraldo c'è il traguardo della pensione.
Una storia d'amicizia decollata quando entrambi erano dipendenti altrove, quando Cian portava a Beraldo i carburatori da revisionare. Nel 1987 il progetto di mettersi in proprio, un migliaio di riparazioni in media l'anno, un portafoglio storico di 500 clienti, l'evoluzione dell'auto fino all'ibrido ed elettrico.
Venerdì le saracinesche si sono abbassate per sempre, nessuno rileverà l'officina: gli spazi sono stati venduti, si dovrebbe effettuare un cambio di destinazione d'uso, subentrerà un B&B. Un pezzo di storia della città che chiude.
«Ci mancheranno anzitutto i clienti, il rapporto umano che si è creato dopo tanti anni», spiegano Cian, 70enne di Treviso, e Beraldo, 69enne di Fontane di Villorba, per tutti e due oltre mezzo secolo di lavoro in officina, «ci ricorderemo sempre come tutto è cominciato: una scommessa vinta. E, in particolare, dei ragazzi cresciuti in bottega da noi. Per poi magari mettersi, pure loro, in proprio».

Amici e clienti di una vita sono passati a salutare. Il momento della commozione è dietro l'angolo. «Spiace un po' che non ci sarà continuità», confidano i titolari, «ci avevamo provato, cercando di coinvolgere persone fidate, ma forse è mancato un po' il coraggio».
Coraggio che invece non era mancato, 38 anni fa, agli amici Cian e Beraldo. Lì a San Bartolomeo c'era già un'officina prima di loro, specializzata nelle pompe per motori diesel. Nell'attività i due soci hanno spaziato dalla carburazione alle riparazioni, dagli impianti gpl all'elettrauto. Miscelando le rispettive competenze: Cian meccanico, Beraldo carburatorista. «Iniziai a lavorare 15enne all'officina Gobbo&Biasuzzo in via Pinelli. Mi sono formato sul campo: a quel tempo dovevi rimboccarti le maniche presto, ho sempre avuto la passione per le auto», rivela Cian. «Le prime esperienze a 16 anni. Avevo studiato al professionale Turazza in piazza Vittoria, ramo elettrauto», ricorda Beraldo.
Una vita a stretto contatto con alternatori, motori, pneumatici. «Dagli impianti a gas ai filtri antiparticolato intasati, ci siamo occupati di tutto», ripensano alla loro avventura, «la spinta dell'elettronica ci ha un po' penalizzati, il lavoro nelle auto è cambiato tantissimo nel corso degli anni. Ma ci siamo sempre aggiornati, cercando di rimanere al passo con i tempi». Un'officina assai ricercata anche da chi passa le giornate a riparare e rianimare auto: «Siamo sempre stati specializzati nelle carburazioni, tanti meccanici sono venuti da noi a risolvere i problemi».
Il momento più difficile? «Di certo in pieno Covid, quando le auto non circolavano. Poi il lavoro non è mai mancato, dirò di più: ne avremmo ancora. Chiudiamo solo perché è arrivato il momento della meritata pensione», riflettono i due titolari. La nuova vita? «Non sarà facile rimane lontano dalle auto dopo oltre 50 anni a revisionare motori e riparare guasti dell'elettronica. Punteremo a fare un po' di attività fisica, a tenerci in forma. Il motore ha ancora tanti chilometri da fare».
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