Obiettivo Risarcimento lo spot promosso dall’Authority dello Iap

Non è in contrasto con le norme a tutela dei consumatori il tanto contestato spot pubblicitario in cui Enrica Bonaccorti invita i telespettatori a contattare la società di Villorba Obiettivo Risarcimento, per ottenere “un giusto risarcimento” nei casi di sospetta malasanità. Dunque, è proprio il caso di dire: tanto rumore per nulla. Anche se ora starà alle aziende televisive che l’hanno sospeso a decidere se mandarlo ancora in onda o meno.
A comunicarlo lo Iap, istituto dell’autodisciplina pubblicitaria. A rivolgersi all'Autority era stata proprio la Rai, che dopo aver trasmesso la pubblicità nel periodo natalizio aveva deciso di sospenderlo in via cautelativa, in attesa di accertamenti, vista la richiesta di stop da parte della federazione nazionale degli ordini dei medici.
A bloccare la messa in onda della pubblicità anchele reti televisive concorrenti, come quelle di Mediaset, mentre lo spot continua a circolare su La7 del gruppo Cairo Communication. Ieri, nonostante le richieste di censura dei medici, l’organo garante dei cittadini e dei consumatori in ambito di etica pubblicitaria ha comunicato che lo spot “non è in contrasto con il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale”.
Ciò significa che spetta ora a Rai e Mediaset decidere se rimandare in onda o meno la pubblicità. Intanto Obiettivo Risarcimento accoglie con soddisfazione la comunicazione dello Iap: «Si riabilita - evidenzia la società attiva nel recupero di risarcimenti per danni alla persona - il diritto di migliaia di cittadini - pazienti ad essere comunque informati. Sono molti i cittadini, da tutta Italia, che ci contattano per segnalarci che prima dello spot nulla sapevano in relazione al diritto ad un giusto risarcimento dopo una lesione in ambito sanitario: gli stessi quindi chiedono più informazione per una maggiore consapevolezza».
Dalla società srl di Villorba si propone "la nascita del modello di constatazione amichevole anche in ambito sanitario. Al governo invece sollecitiamo i decreti attuativi della Legge Gelli fermi da oltre cinquecento giorni". —
Maria Chiara Pellizzari
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