Nuovo Piano Casa a Treviso. Un condominio al posto della villa di Van den Borre

Continua lo sviluppo immobiliare “green” fuori mura. Pd e Sinistra: «Ecco il consumo di suolo da record»

TREVISO.

Lo sviluppo immobiliare della città continua sulla spinta di un piano casa che sta facendo lievitare volumi e spazi calpestabili abbattendo il vecchio e costruendo ex novo. L’ultimo progetto in ordine di tempo è quello annunciato al posto della villa in stile (ma in realtà non d’epoca) che fino all’anno scorso ospitava la sede dei vivai Van den Borre in via del Mozzato.

C’è una villa, ci sarà un residence

Il progetto, va detto, rispetto ad altri costruiti o pronti ad esserlo nell’immediato fuori mura (oggi gettonatissimo e richiestissimo dai costruttori) pare avrà una forte connotazione verde, ma intanto dà l’idea del potenziale edificatorio dato dal piano casa. Oggi in via del Mozzato, dietro il muro di mattoni, ben si vede quel che è costruito: una villa di due piani, una casetta, una serra. La sommatoria dei volumi esistenti col bonus del piano casa permetterà l’edificazione di residence di poco meno di venti appartamenti. Un piccolo “Borgo” su due piani e allargato su parte dei 6000 metri di parco verde che oggi circondano la villa ex Van den Borre. In termini di metri quadrati: il miracolo dei pani e pesci.

Le critiche della sinistra

Dopo la pubblicazione del report Ispra sul “consumo di suolo” che ha collocato Treviso al quarto posto in Italia scatenando anche le polemiche in consiglio comunale, il piano edilizio in via del Mozzato dà il la alla Sinistra trevigiana per chiedere conto all’amministrazione e alla Lega: «Uno dei problemi delle nostre città è il “disordine urbanistico”» dice Luigi Calesso, «e la mancanza disegni organici dello sviluppo cittadino. Con il Piano Casa si favorisce la cristallizzazione di questa situazione. Gli interventi di incremento dei volumi dei singoli edifici, al di fuori di un progetto organico di rigenerazione urbana. È sempre più necessario e urgente che l’amministrazione comunale di Treviso chieda alla Regione la revoca o la modifica sostanziale della legge sul Piano Casa». E Stefano Pelloni, capogruppo Pd, gli dà manforte: «È una legge che permette di andare in deroga ad ogni strumento urbanistico, le responsabilità del consumo di suolo sono in Regione, con normative come queste».

Progetto e costruttori

«L’obiettivo di questo progetto è stato quello di creare una struttura residenziale quanto più possibile accogliente e vivibile» dicono i responsabili del progetto, «il Comune aveva proposti di sviluppare la cubatura in altezza, ma abbiamo preferito sfruttare il parco per essere meno invasivi e valorizzare proprio il contesto verde. Nessuna cementificazione».

Il fuori mura che tira

Il piano casa in via Del Mozzato segue quello che ha trasformato la casetta delle ex bocciofila della vicina via Zermanese in un condominio di 4 piani; quelli che stanno portando alla conversione di palazzine residenziali di capannoni ed ex villette tra via Piave e area S. Camillo; quello che insistono in via D’Azeglio (dove i cittadini si sono mossi facendo esposto al Tar), in via Verdi e pure in Restera con il Bosco Verticale trevigiano sorto sopra gli ex capannoni moltiplicandone la volumetria. E il tutto, ove possibile, assecondando le nuove richieste del mercato: più terrazze, più verde.

Il mercato che tira

Nel primo quadrimestre nel 2019 i permessi di costruire erano stati 17 (23 nel 2018), nel 2020 32. Per quanto riguarda le Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) 155 nel 2019 (168 nel 2018) e 168 nel 2020. In rallentamento nei primi tre mesi le dichiarazioni di inizio attività ripresesi (e parecchio) da maggio con la fine del lockdown. —


 

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