Nuova sede dell’Inps a Oderzo I vertici frenano: sopralluogo

Possibile trasloco a Palazzo Moro, ma si attende la visita del direttore veneto E intanto lo stop giunto da Venezia ridà vita allo spettro di una possibile chiusura
Bolognini Oderzo Palazzo Moro Via Garibaldi agenzia fotografica foto film
Bolognini Oderzo Palazzo Moro Via Garibaldi agenzia fotografica foto film

ODERZO. Si è fermato tutto, il trasferimento della sede opitergina dell’Inps dall’attuale stabile di via Battisti a Palazzo Moro resta nel limbo. La soluzione escogitata dall’amministrazione comunale per mantenere in città uno sportello dell’ente previdenziale non è ancora stata accettata dai vertici dell’istituto, tuttora impegnato nel decidere cosa fare del suo punto opitergino. L’Inps si trova davanti a un bivio e deve stabilire se ampliare la sua presenza a Oderzo o rimpicciolirla.

due ipotesi

Nel primo caso, la soluzione del secondo piano di Palazzo Moro (oggi occupato dall’Agenzia delle Entrate) sarebbe quella ideale, altrimenti la soluzione potrebbe essere quella di mantenere l’Agenzia al secondo piano e trasferire la sede dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale nei locali fino a poco fa occupati da Piave Servizi, la quale da poco si è trasferita in via Battisti nella stessa sede di Asco Piave: «È una situazione che andrà risolta solo all’interno dell’Inps», ha spiegato la sindaca Maria Scardellato a Laura Damo, la capogruppo delle Civiche che per prima ha lanciato l’allarme sul possibile trasferimento dell’Inps che, in un primo momento, pareva dover avvenire a fine 2018. Il sopralluogo svolto dalla direzione provinciale dell’ente previdenziale si era concluso con il placet alla prima soluzione, quella che prevedeva lo spostamento dello sportello al secondo piano di Palazzo Moro. Ma tutto è stato bloccato da Venezia, che ha imposto la linea della prudenza. Sarà la direzione regionale ora a dover decidere in quale modo agire.

Il sopralluogo

Nei prossimi giorni, il direttore dell’Inps veneta Maurizio Emanuele Pizzicaroli dovrebbe recarsi a Oderzo per toccare con mano la situazione. Dal suo sopralluogo emergerà la decisione sul futuro dello sportello cittadino dell’ente previdenziale. Il primo cittadino ha già posizionato dei paletti, che non intende oltrepassare. Anzitutto, la giunta da lei guidata pare decisa a non sborsare un soldo per venire incontro all’affitto che l’Inps dovrebbe pagare a Fondazione Moro, proprietaria del Palazzo: «Il Comune non pagherà l’affitto», ha ribadito chiaramente anche in consiglio. Ma i soldi non dovrebbero essere un problema nemmeno per l’Istituto, che se dovesse accettare questa soluzione si troverebbe a pagare un affitto decisamente più basso rispetto a quello a cui deve far fronte a tutt’oggi. Il palazzo di via Battisti, peraltro, è sotto utilizzato: nell’area su cui lavora l’Inps, sono diverse le stanze vuote. Anche questo particolare va a vantaggio della soluzione di Palazzo Moro. Oderzo continuerebbe ad avere un proprio sportello Inps, e l’istituto risparmierebbe, vedendosi ridotto il canone.

lo spettro

Non è la prima volta che l’Inps di Oderzo fa sapere di voler partire dalla città. Era già toccato a Giuseppe Covre trovare una soluzione che tenesse sulle sponde del Monticano l’ente previdenziale sistemandolo in via Battisti. Vent’anni dopo siamo punto e a capo. —

Niccolò Budoia

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