Notte alpina, vincono i bar piazza Cima è tricolore

 Il centro storico trasformato in un museo della Grande Guerra a cielo aperto. Giovanni Bariviera: «Un’occasione che farà bene alla città, siamo orgogliosi»
Frati alpini... con botte?
Frati alpini... con botte?

CONEGLIANO. «Siamo orgogliosi di ospitare gli Alpini. È un raduno che fa un gran bene alla città. Ma diciamo che i bar hanno fatto più affari dei negozi». Giovanni Bariviera osserva il viale della stazione sabato mattina. Non c’è molta gente: la lunga Notte Verde è finita tardi. Gli Alpini arriveranno nel tardo pomeriggio. E oggi, domenica, quasi tutti i negozi saranno chiusi: «Durante la sfilata non ci aspettiamo grandi introiti, almeno così ci ha detto chi è stato ad altre adunate». Morale: dall’invasione delle Penne Nere ci si attendeva – commercialmente – qualcosa in più.

Conegliano: emozioni e onore alpino. Tutte le immagini della sfilata
La sfilata a Conegliano

Giovanni ha impiegato diversi giorni per trasformare la vetrina del suo negozio in una sorta di museo degli Alpini: «Questa è una foto originale di Riccardo di Giusto, il primo alpino caduto nella Grande Guerra. E questi sono tutti oggetti originali, donati dalla onlus “La Ghirba”. La nostra vetrinista ha fatto un lavoro eccezionale». E molte altre sue colleghe del centro storico, trasformato in museo diffuso di oggetti della Grande Guerra, hanno fatto lo stesso. Il sabato del villaggio coneglianese è fatto di giovani “reduci” del venerdì notte, e di qualche cittadino che sbircia curioso tra le vetrine, ma entra a fatica.

Andrà meglio la sera, con la seconda notte alpina consecutiva, i cori e le fanfare. Il venerdì notte è stato soprattutto dei giovani, e quindi dei bar, dei brindisi e dei locali pubblici. Il lungo fiume fatto di cappelli e magliette degli Alpini si ingrossa a Piazzale San Martino, dove è allestito il primo stand enogastronomico. Profumo di carne e pesce, e buona risposta della città: alle dieci di sera del venerdì, nonostante i nuvoloni che incombono, è quasi tutto esaurito. Corso Mazzini, Corso Vittorio Emanuele e via Cavour sono le “vasche” delle famiglie e dei bambini: sono contenti i gelatai.

Il cuore della festa è Piazza Cima, dove i numeri diventano davvero importanti e l’età media si abbassa. I ragazzi invadono i bar e i locali pubblici, i venditori ambulanti sanno annusare gli affari, e infatti si riversano su via XX Settembre, centro della festa – senza alcun tipo di eccesso – della Conegliano più giovane. Un flop vero, confermato dai commercianti, il villaggio della ristorazione al Biscione: venerdì sera e sabato a mezzogiorno le centinaia di tavolini sono rimasti vuoti, in attesa di clienti.

Altro mezzo flop: Piazza Calvi. C’è un mini palco per la musica, ci sono altri stand, non ci sono le persone, rimaste evidentemente da qualche altra parte. I commercianti sono concordi: «Ora speriamo in domenica», il giorno clou della manifestazione. Ma, al momento, a fare festa sono soprattutto i bar.

Andrea De Polo

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:alpini

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso