Non spiega come ha avuto il terreno: glielo confiscano

Aveva un terreno agricolo a Castagnole del valore di 50.000 euro. Peccato che, davanti al giudice delle misure di prevenzione patrimoniale di Venezia, Alberto Scaramuzza, non abbia saputo giustificare il possesso di quel bene, tenuto conto della sproporzione tra i redditi dichiarati e la sua reale capacità economica. Da qui la decisione del giudice di accogliere la richiesta di sequestro del terreno in questione, inoltrata dalla questura, ai fini della confisca a Bruno Truglio, 43enne di Treviso, conosciuto come uno dei “re delle Truffe” della Marca. L’indagine e il conseguente sequestro sono stati messi a segno congiuntamente dalla polizia e dai militari della guardia di Finanza.
Il fatto risale a qualche giorno fa, dopo che il 43enne di Treviso, già noto alle forze dell’ordine, principalmente per i raggiri messi a segno negli ultimi anni, era già stato convocato per giustificare il possesso di un terreno agricolo a Castagnole del valore di cinquantamila euro. Una misura di prevenzione adottata quando vi sono almeno due presupposti: la pericolosità sociale di chi vive in parte o totalmente di proventi di attività illecite e la sproporzione dei beni posseduti rispetto alla capacità economica lecita. Ma il 43enne trevigiano non ha saputo giustificare il possesso del terreno di quel valore. Da qui la proposta della questura di sequestro ai fini della confisca.
«Si tratta di una misura di prevenzione patrimoniale, applicata in ragione della sproporzione tra i redditi dichiarati e la capacità economica del soggetto, che annovera numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio», spiegano gli investigatori. «Gli accertamenti patrimoniali eseguiti dalla divisione Anticrimine della questura e dalla compagnia della guardia di Finanza di Treviso hanno permesso di evidenziarne la pericolosità economico – finanziaria in quanto, per condotta e tenore di vita, viveva abitualmente con proventi derivanti da attività delittuose».
La misura di prevenzione patrimoniale è uno strumento, poco utilizzato nel Nord Italia, che permette di sequestrare e rimettere a disposizione dello Stato beni accumulati illecitamente da persone dedite al crimine. È una particolare normativa antimafia che si può estendere anche ai soggetti che si arricchiscono con l’attività illecita, nonostante non abbiano nulla a che fare con associazioni di stampo mafioso. «Il tribunale di Venezia, condividendo la ricostruzione formulata dagli investigatori, - precisano polizia e Fiamme Gialle - ha emesso un apposito decreto di sequestro di prevenzione del bene in applicazione dell’articolo 19 del decreto Legislativo numero 159 del 2011. Il significativo risultato comprova l’efficacia del lavoro sinergico svolto nella Marca dalla Finanza e dalla polizia a concreto presidio della sicurezza economico-finanziaria con l’applicazione delle misure di aggressione patrimoniale previste dalla normativa antimafia».
In precedenza lo stesso decreto legislativo era stato applicato nel sequestro della villa di Ivan Baricevic, un altro Re delle Truffe della Marca.—
Marco Filippi
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