«Non solo mamme, aiutate le imprese rosa»

Dibattito a palazzo dei Trecento organizzato dalla Rete al Femminile, le proposte degli sfidanti

Il secondo confronto tra candidati sindaci mette al centro le donne. Organizzato dalla Rete al Femminile, ieri a palazzo dei Trecento i sei candidati – Giovanni Manildo (centrosinistra con cinque liste), Mario Conte (centrodestra con sette liste), Said Chaibi (Coalizione civica), Domenico Losappio (M5s), Carla Condurso (Popolo della famiglia), Maristella Caldato (Treviso Unica – Tu), assente Elisabetta Uccello di Casa Pound – hanno dovuto confrontarsi su politiche al femminile, sviluppo delle imprese in rosa, conciliazione famiglia e lavoro.

Per Carla Condurso «la prima cosa è no al gender nelle scuole. Devono essere le donne ad educare la famiglia, non altri. Va istituito un assessorato alla famiglia. Un’altra idea è creare una carta prepagata per le neomamme. Vorremmo fare in modo che le donne non debbano scegliere tra maternità a lavoro, serve aiutare con la flessibilità degli orari di lavoro». Il primo a strappare l’applauso è Giovanni Manildo, che rompe il binomio donna-maternità: «Parlare di politiche al femminile significa anche altro, non è solo la maternità». E poi via a elencare ciò che con l’assessorato di Liana Manfio è stata fatto per le donne, «abbiamo creato lo Spazio Donna, dato una sede al centro antiviolenza del Telefono Rosa, aperto una casa rifugio per le donne maltrattate, abbiamo siglato un vademecum per contrastare la violenza di genere. E poi marzo donna, un mese di spettacoli e di eventi per riflettere. E abbiamo dato maggiore flessibilità alle lavoratrici del Comune, dando la possibilità di entrare dalle 7.30 alle 8.30, e garantendo due ore di pausa pranzo. Per il futuro vorrei istituire degli incentivi all’imprenditoria femminile». Per Conte è necessario «creare una città che possa essere al servizio delle donne. Penso all’istituzione di una carta personalizzata per dare agevolazioni, va ampliato il servizio di mamma card, e aumentare i parcheggi rosa. E poi un servizio informativo per contributi e sussidi, tariffe agevolate per asili nido, con orari variabili per lasciare i propri figli quando si lavora. Creare un registro delle baby sitter, calmierando i prezzi». Chaibi vorrebbe partire dal municipio, «introducendo un asilo all’interno del Comune, e favorire una rete di piccoli asili familiari. In questi cinque anni abbiamo aperto lo Spazio Donna. Ma soprattutto va cambiata la cultura».

Maristella Caldato punta tutto su un tavolo al femminile, coinvolgendo anche scuole e Mom, «per lavorare alla conciliazione di famiglia e lavoro, e servizi. C’è un avanzo di amministrazione di 17 milioni, usiamone una parte per incentivare l’imprenditoria femminile». Anche Losappio crede nella rete e nelle associazioni: «Vanno coinvolte perché sono coloro che hanno il contatto più diretto con i problemi. E penso anche ai problemi del trasporto pubblico: per una ragazza che perde un autobus, c’è una genitori che deve prendersi un permesso di lavoro».

Federico Cipolla

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso