Niente risarcimento per il libretto postale da 8 milioni di euro

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C’è odore di bufala sulla class action contro le Poste per la rivalutazione milionaria dei libretti postali antichi. A svelarlo è stata “Striscia la Notizia” nel corso di un servizio andato in onda venerdì. Intervistato dall’inviato Moreno Morello, in tivù ci è finito anche Virginio Oro (in foto), 81 anni di Castagnole, che lo scorso luglio aveva ritrovato un libretto postale datato 1957. Al tempo conteneva 49 mila lire, oggi equivalenti, tenuto conto pure degli interessi, a circa 8 milioni di euro. L’avvocato romano Giacinto Canzona aveva proposto ad Oro, ex maresciallo dei carabinieri, di aderire ad una class action per mettersi in tasca quelle famose 49 mila lire rivalutate al 2011. L’anziano ha confermato a Morello di aver versato 300 euro all’avvocato della capitale per aderire alla causa collettiva, così come è successo ad altri due intervistati, una signora di Ferrara ed un uomo di Udine. «Ma l’avvocato Canzona – ha detto Morello - ha fatto sapere dalla pagina Facebook “Libretto antico” di rinunciare alla titolarità del processo che continuerà ad essere seguito da tutti gli altri colleghi». E la class action? Di quella, ovviamente, nulla si sa più. Sulla vicenda è intervenuto l’Adusbef con il suo presidente Elio Lannutti che ha presentato un’interrogazione parlamentare ed una segnalazione all’Ordine degli Avvocati. «Ha indotto la gente ad aderire ad una class action mentendo di dire che l’azione non si può fare sul vecchio – ha detto - Caro Governo, bisogna stare attenti a questi signori che abbindolano in una fase di crisi economica». Secondo Striscia, l’avvocato Canzona aveva già venduto alcune bufale, tra cui la storia di Tommasino, il micio divenuto milionario grazie all’eredità lasciata dalla sua padrona. (ru.b.)
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