Nicoll, 43 dipendenti escono dalla fabbrica

SANTA LUCIA. Accordo fatto ieri per i 43 dipendenti della Nicoll, la multinazionale che produce materiale plastico per l’edilizia, la termoidraulica, le energie rinnovabili e la gestione delle acque meteoriche. Nicoll spa e Dalpex spa hanno comunicato infatti che è stato definito il piano di fusione per l’incorporazione della prima nella seconda, per rafforzarne l’assetto societario. «Il progetto industriale - si legge in un comunicato aziendale - prevede la ristrutturazione organizzativa del sito di Santa Lucia con l’obiettico di preservare la presenza industriale del Gruppo in Italia». Le due aziende e le organizzazioni sindacali, al fine di limitare l’impatto sociale di questa ristrutturazione, «hanno condiviso l’attivazione degli ammortizzatori sociali previsti dalla legge nonché un piano di gestione degli esuberi che prevede, tra l’altro, la possibilità di ricollocamentodel personale in esubero negli altri stabilimenti del Gruppo in Italia». Nello stabilimento di via Gorizia rimarranno solo il settore commerciale e parte della logistica. Alla base della decisione vi sarebbe un calo di produzione legata alla crisi dell’edilizia e alla necessità di ottimizzare i costi. Un’operazione che coinvolge appunto 43 dipendenti su un totale di circa 80. Nicoll, in accordo con la Filctem Cgil che ha seguito le trattative offrirà ai suoi dipendenti una serie di scialuppe di salvataggio tra cui la possibilità di trasferirsi in altri stabilimenti del gruppo. L’ipotesi era già stata messa sul tavolo durante la riunione che si è tenuta con la parte sindacale in dicembre. Le soluzioni prospettate rendono un po’ meno amara la notizia, ma la preoccupazione tra i dipendenti rimane soprattutto tra quelli che qui hanno famiglia, casa e mutuo da pagare e che, a quando pare, non si aspettavano di dover fare i conti con un cambiamento così drastico. L’azienda aveva avuto un calo, tanto che quest’anno non erano stati richiamati i lavoratori interinali ma per Italo Zanchetta, il funzionario della Filctem Cgil che sta seguendo la trattativa, la decisione ufficializzata ieri è stata una «doccia fredda».
Trovare un’alternativa sembra altrettanto difficile su un territorio, quello del Coneglianese e del Quartier del Piave, dove dal primo gennaio al 31 ottobre si sono persi 1523 posti di lavoro. (r.z.)
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