Nessuno risponde al telefono, blitz della polizia in Guardia medica all'ospedale di Treviso

Il Suem lancia l’allarme e non si trovavano le chiavi. La Fimmg la prende malissimo: «Caccia alle streghe»
L'ingresso del servizio di continuità al Ca' Foncello
L'ingresso del servizio di continuità al Ca' Foncello

TREVISO. Rocambolesco pomeriggio, sabato, attorno all’ambulatorio della guardia medica del Ca’ Foncello, accanto alla portineria. Un equipaggio del Suem, che non riusciva a mettersi in contatto con i medici di continuità assistenziale della guardia, ha chiamato la polizia per farsi aprire la porta. I poliziotti si sono fatti consegnare le chiavi e hanno aperto gli uffici provocando l’indignata reazione del sindacato dei medici Fimmg: «Una vergognosa caccia alla streghe, stavano controllando se stavamo lavorando o dormendo». Ma l’azienda sanitaria replica: «Atto generato dall’impossibilità del Suem a mettersi in contatto con i medici in servizio». Tutti vogliono vederci chiaro: il direttore generale dell’Usl 2 di Marca Francesco Benazzi annuncia l’apertura di un’indagine interna, mentre la Fimmg al fianco della guardia medica ha fatto partire una segnalazione all’Ordine dei Medici.

Luigi Faggian, vicesegretario della Fimmg
Luigi Faggian, vicesegretario della Fimmg


I FATTI

Come abbastanza intuibile, in questi giorni la guardia medica è letteralmente presa di mira da chiamate di tutti i generi. Il personale presente nei fine settimana è composto da due medici che devono rispondere alle telefonate da tutto il distretto di Treviso. Sabato 19 dicembre telefoni roventi, linee intasate. I cittadini che provano a mettersi in contatto con la guardia medica, ma il telefono risulta sempre occupato. A quel punto qualche utente avrebbe chiamato il Suem lamentandosi. Nel frattempo, un equipaggio del Suem interviene in un’abitazione, il paziente è deceduto e serve il certificato di morte. Non riuscendo a comunicare con il medico di famiglia, il Suem richiede il certificato alla guardia medica. Partono una serie di telefonate, non risponde nessuno. A quel punto gli operatori del Suem tornano al Ca’ Foncello e vanno a suonare il campanello dell’ambulatorio di guardia medica. Nessuno va ad aprire, verosimilmente perché dalle 11.30 alle 15 l’ambulatorio opera solo al telefono e non è aperto alle visite. Ne consegue un certo trambusto, viene allertata la portineria, si cerca la chiave per aprire la sede di guardia medica e viene allertata la polizia.

Alla fine saranno tre agenti della polizia a entrare nell’ambulatorio trovando al suo interno i due medici di turno all’interno, spaventati, spaesati e sommersi dalle chiamate, riporta il sindacato, che denuncia l’irruzione.

LA DENUNCIA

«L’irruzione della polizia per vedere se i colleghi stessero effettivamente lavorando è un’inaccettabile caccia alle streghe», denuncia la Fimmg, «stupisce il fatto che la direzione dell’Usl 2 non abbia stigmatizzato l’accaduto». L’episodio è stato immediatamente segnalato all’Ordine dei Medici di Treviso con tanto di relazione dettagliata. «Erano le 13.45 di sabato 19 dicembre», raccontano i camici bianchi, «quando ci siamo ritrovati con tre poliziotti all’interno della sede» Il vicesegretario della Fimmg, Luigi Faggian, descrive il fatto come «un blitz in piena regola». Un poliziotto è entrato dalla porta principale, uno in corridoio e un terzo a piantonare la sala d’aspetto. Il dottor Faggian fornisce un altro stralcio della relazione: «Nonostante la proposta di leggere il registro delle chiamate, a riprova del fatto che il telefono non era staccato ma sempre occupato, gli agenti rifiutavano il riscontro».

L’INDAGINE INTERNA

Il direttore generale dell’Usl di Marca ha annunciato l’apertura di un’indagine interna per appurare i fatti. Per prima cosa verranno analizzati i tabulati telefonici. «Il Suem ha segnalato la difficoltà a entrare in contatto telefonico con la guardia medica, sono convinto che questa criticità sia dovuta all’enorme mole di lavoro che anche le strutture di continuità assistenziale stanno facendo per risponde alla popolazione» dice il direttore generale Benazzi. Forte del fatto che tutte le telefonate vengono registrate e tracciate, l’Usl 2 vuole vederci chiaro. «Andremo fino in fondo a questa vicenda, siamo per la trasparenza, e se emergeranno delle responsabilità o delle mancanze sarà aperto un procedimento disciplinare» prosegue il numero uno della sanità trevigiana. Oltre alla dinamica delle comunicazioni tra Suem e guardia medica verrà vagliato anche il comportamento dei portieri del Ca’ Foncello che hanno le chiavi della sede di continuità assistenziale. Forse la cosa si poteva risolvere diversamente? «Tutti gli operatori sono in una situazione di forte stress, a volte basterebbe parlarsi» conclude Benazzi «forse anche in questo caso tutto si poteva risolvere se la portineria avesse dato le chiavi al Suem e se i medici del Suem e della guardia medica si fossero confrontati per risolvere la situazione». —


 

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