«Nelle botteghe storiche l’anima del centro storico»

I negozi rappresentano l’anima di un centro storico, sono le radici che danno linfa alla città. Tanto più se queste attività commerciali hanno una tradizione alle spalle lunga secoli. Proprio l’importanza di richiamare alla memoria i negozi che hanno contribuito a far crescere Treviso e a mantenerla viva negli anni ha spinto Giorgio Bughetto a pubblicare il libro “La storia raccontata da noi”, dove sono riportate storie e curiosità di 37 botteghe e negozi dal 1398 al 1966. Il testo, presentato presso l’associazione nazionale Mutilati e Invalidi di guerra, alla presenza di alcuni commercianti citati nelle pagine dell’opera, è stata un’interessante occasione per riscoprire storie e vite di un tempo. «È un discorso di storiografia importante», ha detto Giorgio Bughetto, «perché permette di farci capire come è nata la città attraverso i negozi, in quanto Treviso è stata da sempre una città commerciale. I negozi storici dovrebbero essere tutelati perché è importante far capire il tesoro di memorie ed esperienze che hanno dentro».
Il libro, attraverso una ricerca corredata da fotografie storiche, mostra come si sono evolute le attività nel corso dei secoli. Si comincia con la Farmacia di ponte San Martino, la cui esistenza è documentata in un registro del 1398, fino a giungere alla Casa del Parmigiano, nata nel 1966. Una storia che non parla solo di economia e prodotti, ma fa riaffiorare storie, tradizioni, rapporti personali. Senza la presenza dei commercianti, infatti, la vita in una città sarebbe destinata a non esistere perché non ci sarebbero luci, colori, movimento di persone, presenza turistica. Un negozio assolve, dunque, anche a una funzione sociale. «È grave per una città dimenticarsi della storia dei negozi», ha detto Corrado Cecconato, «I trevigiani hanno piacere di venire nel nostro centro perché possono ritrovarsi in questa realtà del passato. Nel negozio storico non c’è soltanto uno scambio di merci: nascono storie di amicizia, instaurando un rapporto che inizia con il ricordo dei parenti che sono venuti prima di loro». E proprio i rapporti umani che si instaurano fra commerciante e cliente sono alla base di molti aneddoti. Uno è quello raccontato sempre da Cecconato – della Fabris Tessuti, negozio attivo dal 1867 – quando, pochi giorni fa, è giunto nel suo negozio un cliente proveniente dal Canada, mandato dalla nonna trasferita in nord America oltre 50 anni fa: «Se un giorno andrai a Treviso, va da Fabris Tessuti e raccontagli di me». Un altro aneddoto da poter raccontare è quello della Tappezzeria Ragazzoni, narrato da Alessandro Ragazzoni: «Io sono alla quarta generazione. Il mio bisnonno era un falegname e la qualifica di tappezziere all’epoca ancora non esisteva. Mio nonno, a cavallo delle guerre, era stato chiamato per mettere in sicurezza una serie di opere e mobili storici attraverso la costruzione di contenitori particolari che poi, con una tradotta, erano stati mandati al sicuro verso il sud Italia. Dalla piccola bottega del nonno, mio papà ha incominciato a fare le prime vetrine, grazie al fatto che il tappezziere si stava formando come qualifica professionale. Era un periodo in cui iniziava ad esserci un certo benessere. Poi sono arrivato io, con un adeguamento alle nuove necessità virtuali pur mantenendo la tradizione e il lavoro artigianale».
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