Nella stanzetta del club privé fra clienti abituali e nuovi “polli”

Dopo il blitz della polizia al Fantasy di via Reginato si scopre il velo su un mondo notturno variegato Una quarantina di locali fra night, lap dance, circoli riservati. Molti con piccanti retrobottega
Di Federico De Wolanski

Si paga l’entrata, la bevuta al banco, lo spettacolo e – per chi lo desidera – lo show nei cosiddetti privé, stanzette spesso ricavate al secondo piano di magazzini trasformati in locali “hot”, spazi commerciali diventati teatro degli appetiti erotici di uomini di ogni età e portafogli.

Cosa succede dietro le quinte del bar e del palco dove si esibiscono a turno le ragazze del locale? Per saperlo basta scucire 100 euro, tariffa fissa (o quasi) per mezz’ora di tête-à-tête con la “preferita” di turno. Dietro la porta meno vestiti, meno inibizioni e molto peperoncino in più, per chi sogna di toccare con mano quella che, di fatto, è la merce in vendita nei locali subentrati ai vecchi night. In tutta la Marca sono sorti come funghi negli anni Novanta, conquistando talvolta quella zona oscura della notte a metà tra la discoteca e la prostituzione. Tutto lecito, per carità, ma molto spesso il confine è proprio lì, dietro la tenda di un privé dal quale, come accaduto sabato notte al Fantasy di via Reginato, all’arrivo delle polizia scappano clienti e ragazze, tutti seminudi, tentando di evitare la segnalazione o l’identificazione.

Ci sono i locali lap dance, i club scambisti, i “circoli privati”, i night e le “associazioni culturali” che, sotto la veste di promotrici di eventi, celano ballerine seminude, alcolici, musica da discoteca.

Secondo i dati della questura di Treviso una quarantina di porte illuminate da insegne più o meno colorate in tutta la Marca, ubicate soprattutto nella prima periferia, tra i capannoni delle aree commerciali. Quattro nella periferia del capoluogo. La clientela? Varia, ma conta uno zoccolo duro di veri e propri esperti che in internet – tra le righe di appositi forum come Daiana.it – si scambiano commenti, indicazioni, consigli perfino note di ricerca. Di chi? Delle ragazze?

Perchè i gestori di questi club, oltre ad avvicendarsi spesso con la rapidità di un giro di valzer (molto spesso il locale non cambia insegna ma cambia veste sociale), si affidano spesso a “ballerine” o “ragazze immagine” che, oltre ad avere specifici canali di reclutamento, si spostano spesso da un locale all’altro trascinando con sè i fan. Leggere per credere le note di ricerca di Stefy, Lisa, Marina inseguite per ogni dove per le curve e la disponibilità.

I clienti? Si dividono in due fasce: gli habitué e i “polli”, ovvero quelli che arrivano con il macchinone e spendono a più non posso. Il nodo infatti è tutto lì: il portafogli. Più che altro l’obiettivo di questi locali è allettare e far spendere. Scopo delle ragazze è infatti intercettare il cliente, portarlo al banco, farlo consumare e farsi offrire da bere; meglio se alcolico per il cliente e analcolico per la ragazza (tanto costa tutto ugualmente tanto, dai 15 euro in su). Poi, se “attacca”, condurlo a un privé. A controllare tutto spesso è lo stesso barman, che “cronometra” quanto si sta al bancone a fare salotto senza consumazioni, e balli.

E qui si apre la partita più bollente. Lo spettacolo è privato: cliente, ragazza. L’ambiente piccolo, spesso sul retro, ma il più possibile confortevole; tariffa minima 50 euro, ma nei locali più gettonati si arriva facilmente a un minimo di 100 la mezz’ora. Oltre il petting non si dovrebbe andare, ma il condizionale è d’obbligo ed è per questo che ogni blitz della questura è seguito attentamente dagli agenti della squadra mobile che indagano su induzione o favoreggiamento della prostituzione.

Gli incassi vanno tutti al locale, che stipendia le ballerine concedendo forse qualche extra a chi “rende” di più. Appuntamenti fuori orario? Con qualcuna è anche possibile, ammesso non ci sia qualcuno a controllarne le mosse. Le ragazze sono quasi tutte comunitarie, rumene in massima parte, regolari sempre. Ma per accontentare la clientela non mancano ragazze di colore e qualche quarantenne di bella presenza. In gergo: “milf”, richiestissima.

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