Negato il battesimo nell'antica chiesetta Ultimatum al vescovo

L’antico sacello del Redentore in località Nerbon a San Biagio di Callalta
L’antico sacello del Redentore in località Nerbon a San Biagio di Callalta
 
SAN BIAGIO.
«Eppure Dio dovrebbe esserci dappertutto...». Tranne che all'interno della chiesetta del Redentore di Nerbon, evidentemente. Dove Cristian Danesin vuole battezzare la figlioletta Emma Carla di 5 mesi. C'è il divieto del parroco e il vicario generale non c'è modo di contattarlo. «O a Nerbon o non la battezzo», l'ultimatum del papà.
 «Secondo padre Claudio Sartorato (parroco di Spercenigo, ma la competenza sulla chiesetta di Nerbon fa capo alla parrocchia di Cendon di Silea) si tratta di un santuario dove almeno dal 1982 non verrebbero impartiti i sacramenti», riferisce papà Cristian. La cui famiglia da quattro generazioni abita nei territori della comunità di Nerbon. «E poi, io sono stato battezzato nel 1983 proprio in quella chiesetta e pure i miei nonni una quindicina d'anni fa hanno celebrato proprio lì i 50 anni di matrimonio», aggiunge Cristian Danesin, 27 anni, agente di commercio. Nell'antico sacello dedicato al Redentore ogni terza domenica del mese viene celebrata la messa. «Ma anche matrimoni e altri riti religiosi», insiste Danesin.  
Ma quali scuse accampa la chiesa trevigiana per negare la celebrazione del rito?  
«Una volta mi dicono che si tratta di un santuario, e allora? Nonm c'è la presenza della divinità? Poi sostengono che manca la fonte battesimale, e in Africa come fanno a battezzare? Poi un'altra scusa ancora...».  
Si è rivolto alla Curia?  
«Sono due mesi che chiedo un incontro con il vicario generale ma non riesco a parlarci. Anzi dalla segreteria del vicario mi hanno risposto che devo fare riferimento alla mia comunità: appunto da sempre io e la mia famiglia facciamo riferimento alla comunità di Nerbon, perché ora il sacerdote non può impartire il battesimo alla mia piccolina?».  
Messe così le cose, non si intravedono altre soluzioni...  
«Io, invece, lancio un appello al vescovo perchè la mia Emma possa essere battezzata: a Nerbon oppure niente battesimo».

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