Natatorium: «Così abbiamo salvato la piscina comunale»

Vent’anni di gestione: la ristrutturazione, le nuove vasche  poi l’impianto di quartiere a Selvana: «Scommessa vinta»
Oggi ricorrono vent’anni dall’avvio della gestione dell’impianto delle piscine comunali di Santa Bona da parte della società Natatorium. Vent’anni che hanno cambiato radicalmente il volto di una struttura destinata alla demolizione e divenuta, oggi, un impianto sportivo di riferimento nazionale per il nuoto.


Le piscine comunali di Santa Bona, costruite negli anni Settanta, vent’anni fa sembravano un investimento fallimentare: nella loro breve storia avevano alternato lunghi periodi di chiusura ed erano finite nel degrado, tanto da suggerire a più di qualcuno l’idea di demolirle, per ricostruire il tutto in un’altra zona della città. Quando, il 1° settembre 1997, attraverso una convenzione tra Federazione Italiana Nuoto e Comune, si affidò il compito di rivitalizzare l’impianto alla società Natatorium, il centro di viale Europa era considerato, negli ambienti federali, il modello negativo per eccellenza.


La ricostruzione.
I primi dieci anni, dal 1997 al 2007, la società, composta all’epoca da alcuni dei più esperti tecnici della regione – come Roberto Cognonato, attuale direttore, Stefano Cerchier, Gianni Padovan e lo scomparso Gianni Gross, ai quali si è aggiunto, dopo il pensionamento dal Coni, il maestro dello sport Vincenzo De Sio – avviò subito una rapida sequenza di lavori di ristrutturazione: dai primi interventi per consentire la riapertura dell’impianto tra febbraio e aprile 1997, alla ristrutturazione l’anno successivo del parco verde e delle vasche esterne (che registravano perdite di 100mila litri d’acqua al giorno), completata in appena tre mesi, fino al totale rinnovamento e ampliamento dell’impianto, eseguito in soli 88 giorni durante l’estate 2003. Nella primavera 2004, poi, la realizzazione della nuova vasca ricreativa, nell’area verde dietro la palestra, ha donato alla struttura l’aspetto che presenta oggi.


Un percorso costato a Natatorium oltre 5 milioni di euro nella sola prima decade di attività, durante la quale il vecchio impianto è stato completamente trasformato, mantenendone esclusivamente le strutture portanti.


La piscina di quartiere.
Nel decennio 2007-2017 la società ha realizzato il nuovo impianto di Fiera e Selvana, un progetto partorito a fine anni Ottanta. Nel 2011, in seguito a bando di gara indetto dal Comune, la Natatorium assunse l’impegno di realizzare il manufatto, portandolo a termine a marzo 2013, dopo otto mesi di lavori e un investimento di circa 4,5 milioni, di cui 1,5 a carico della società.


I bilanci.
«È stata una scommessa ampiamente vinta», commenta Cognonato, «quanto meno, il primo e più importante obiettivo l’abbiamo raggiunto: restituire alla città una piscina che prima era messa ai margini dagli stessi cittadini trevigiani, che preferivano frequentare gli impianti dei comuni limitrofi. Attualmente l’impianto di Santa Bona registra circa 400 mila ingressi l’anno, mentre la “piscina di quartiere” di Fiera e Selvana si attesta sulle 200 mila presenze.
Risparmio energetico.
L’altro obiettivo era quello di rendere più efficiente una struttura dagli alti costi di manutenzione (circa 70mila euro l’anno) e di consumi energetici: per questo, nel 2011 abbiamo investito 150 mila per un impianto termoventilante nella vasca interna e nel 2014 abbiamo installato una centrale elettrica con impianto a cogenerazione, per un investimento di 300mila euro a nostro carico, che ci ha permesso di ridurre del 15% i consumi di metano».


Le medaglie.
Natatorium, che oggi conta circa 200 tesserati, festeggia quest’anno una stagione particolarmente felice dal punto di vista sportivo. A brillare sono state soprattutto le ragazze del nuoto, come la giovanissima Viola Magoga, bronzo ai mondiali juniores di nuoto pinnato, Martina Benetton, campionessa agli ultimi mondiali Master di Budapest, e soprattutto Barbara Pozzobon, ventitreenne di Maserada salita agli onori delle cronache internazionali per le sue imprese nel nuoto di fondo, che domenica a Napoli si giocherà l’ultima, decisiva tappa per la conquista del Grand Prix in acque libere. «Sono i più bei regali che le nostre atlete potessero farci nell’anno del nostro 20° compleanno», conclude Cognonato.


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