Natalino, l’ex buttafuori delle discoteche che ora salva le piante e gli animali in difficoltà

Montebelluna. Dal lavoro di security nei locali all’amore per la natura. Il Bioparco Noè è un gioiello. «Mettiamo alberi a dimora ovunque»  
Agostini Montebelluna Bio Parco Noè di Natalino Comin
Agostini Montebelluna Bio Parco Noè di Natalino Comin

la storia

Un passato da buttafuori nelle discoteche, un presente che lo vede impegnato a piantare alberi in tutti i luoghi dove è possibile. Natalino Comin, 54 anni, 1,87 metri per 120 chili, bicipiti appunto da buttafuori, dopo aver fatto questo lavoro per vent'anni ora si è completamente convertito alla cura dell'ambiente, tanto d aver realizzato il Bioparco Noè in via Gazie e da essere impegnato quasi quotidianamente a piantare alberi. Come è avvenuta la conversione ambientalista che ha portato alla realizzazione di questa oasi?

«Fin da piccolo, dopo essere andato a vedere la Zoo Safari, ero rimasto colpito dalla serra tropicale e quando la mia ex moglie era in attesa di mia figlia ogni notte sognavo di realizzare una struttura del genere. E ci sono riusciti, con l'aiuto della mia attuale moglie Cinzia».

Il Bio Parco Noè di Montebelluna: "Mettiamo alberi a dimora ovunque"

È nato 12 anni fa il progetto del Bioparco Noè in un'area di 8mila metri quadrati di proprietà del Comune. Natalino Comin ha simpatie politiche di destra, eppure ha lavorato fianco a fianco con l'ex senatrice Pd Laura Puppato per realizzare il Bioparco Noè: «Con la Puppato mi sono sempre trovato bene e lei anche adesso fa parte del direttivo dell'associazione». Quella che un tempo era una discarica ora è un'oasi di piante e di animali. Ci sono gufi reali, anatre, barbagianni, anche un kookaburra, tartarughe, tartarughe, capre, un cavallo, un pony, adesso è arrivato anche un alpaca.

Agostini Montebelluna Bio Parco Noè di Natalino Comin
Agostini Montebelluna Bio Parco Noè di Natalino Comin

«Furia, il cavallo era destinato al macello e l'abbiamo acquistato e lo paghiamo a rate. Pedro il pony arriva da un circo, all'alpaca abbiamo dato il nome di Alpacone, c'è poi Cesare, il caprone. Al Bioparco Noè abbiamo piantato un centinaio di alberi di varie specie, abbiamo fatto un laghetto di 500 metri quadrati, è una struttura in continua evoluzione. Vengono tanti bambini al sabato e alla domenica a visitarlo. Tutto il lavoro viene fatto da me, mia moglie Cinzia, mio fratello, qualche volontario e persone che sono state condannate dal tribunale, con cui abbiamo una convenzione, ad eseguire lavori socialmente utili».

Non solo al Bioparco Noè si vede l'impronta di Natalino Comin, che dopo aver fatto il buttafuori ed aver lavorato in una fucina artistica, ora fa il giardiniere con la sua Fare Natura onlus. Sta infatti mettendo a dimora piante in varie zone della città. «Abbiamo piantato una sessantina di tigli nel quartiere Bertolini, l'altro ieri abbiamo messo a dimora piante nel parco di via Cima Mandria, la prossima settimana metteremo 25 bagolari nell'area della Latteria Nonno Nanni lungo la Tradotta, alla fonderia Corrà pianteremo una cinquantina di bagolari».

Ci sono olmi, magnolie e bagolari in vaso al Bioparco Noè. Dove andranno? «Lungo il percorso della Tradotta dove stiamo togliendo i rovi e raccogliendo immondizie, li metteremo lungo il lato sud in modo che facciano ombra e nei punti più suggestivi collocheremo le magnolie in fiore. Ci sono due vivai, Porcellato di Loria e Simeoni di Vedelago che quando devono dismettere piante le danno a me perchè sanno che le pianto nei luoghi pubblici».

Fare Natura aveva elaborato anni fa anche un interessante progetto di recupero dell'ex polveriera del Montello: «L'ho riproposto a sindaco e vicesindaco». —



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