Natale a Mura di Cison di Valmarino
Molti secoli fa a Gai, sopra l'antico borgo di Mura, sorgeva il grande Castello di un nobile Cavaliere.
Il Cavaliere aveva partecipato alla spedizione delle Crociate e aveva collaborato anche alla ricerca del Santo Graal. Era tornato al Castello per partecipare alla Novena del Santo Natale.
La sera della Vigilia, mentre tutti al Castello si preparavano alla sobria cena, qualcuno bussò al grande portone.
Toc!... Toc!...
Chi mai poteva essere in una notte come questa? Il Capo delle Guardie avvisò Il Cavaliere:
Un uomo, una donna col bambino in braccio e un'asinella implorano asilo.
ll Nobile Cavaliere li accolse a tavola, diede ordine di preparare la stanza degli ospiti e si divertì a giocare col pargoletto.
Al mattino presto la famigliola, grata per essere stata accolta dal Nobile Cavaliere, partì di nascosto, protetta dall’ultimo buio della notte.
Prima di lasciare il Castello però, il viandante vergò una pergamena:
Passeranno i tempi,
e i segni della Gloria,
ma a Mura un giorno,
tornerà la Storia,
verrà da lungi tanta gente
a camminar tra case e siepi,
perché il giorno di Natale
sarà un fiorire di presepi!
Lasciarono la pergamena vicino al pozzo, e la fermarono con un sasso perché il vento che scendeva dal passo San Boldo non la spazzasse via.
Sicuramente lì qualcuno l’avrebbe vista.
Ma il Diavolo, che abitava sopra le aspre rocce, assetato dalla lunga notte passata a bruciar anime dannate, venne al pozzo per dissetarsi. Tirò su un secchio d'acqua dal pozzo profondissimo, e bevve avidamente.
Quindi si sedette sui gradini per riposarsi un po'. Fu allora che si accorse della pergamena. La lesse e, in un baleno, dalla rabbia divampò come fuoco; poi piantò lo zoccolo rovente sulla roccia e d’un balzo volò verso il San Boldo lasciando dietro di sé una scia di fuoco ed un acre odore di zolfo. La pergamena bruciò ma le parole scritte furono attratte dall’eco giù in fondo al pozzo.
Passarono gli anni, passarono i secoli, passarono i ricchi, restarono i poveri e il messaggio nascosto in fondo al pozzo.
Il vecchio Alfio e la moglie Sofia che abitavano nel borgo di Mura, mentre osservavano l’acqua del Soligo, pensavano al pranzo di Natale, quando sarebbero tornati dalla città i propri figli con i nipotini:
-Alfio!... Come sarebbe bello accoglierli con un presepe di legno di quelli che facevi tu con le tue mani quando eravamo giovani.
- Ahh!... Hai ragione Sofia!... Ma le mie mani ormai sono vecchie e dure, però voglio provare ancora.
E così prepararono un presepe bellissimo. Sofia coprì le statue con vestitini di lana filata con le sue mani.
Alfio portò del fieno e della paglia per adagiarvi la Natività.
I vicini di casa, visto il presepe di Alfio e Sofia, furono presi dall'entusiasmo e subito ne fecero uno scolpito sulla roccia.
Alla vista delle bellissime Natività tutta Mura fu contagiata e in ogni cortile, e in ogni balcone fu un fiorire di presepi di tutte le fogge e di tutte le dimensioni.
Con l’atmosfera del Natale tra le vecchie case e nuovi presepi par di udire ancora l’antico messaggio custodito in fondo al pozzo.
E... a chi completa il giro del vecchio borgo, è dato in dono dall'Alto un pensiero di Pace da condividere con gli amici, e con tutti coloro che sentiamo lontani.
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