Nardi, la cordata si ritira beffati i 102 ex dipendenti

SERNAGLIA. Non è una favola a lieto fine quella della Nardi Spa di Sernaglia, l’azienda fallita a luglio: sembra sfumata anche la trattativa, annunciata dalle forze sindacali, per l’acquisizione della società da parte di una cordata di ex fornitori. Niente da fare quindi per i 102 lavoratori dello stabilimento di Sernaglia della Battaglia: la nuova proprietà ne avrebbe riassunti una quarantina, ma lo stallo della trattativa costringe tutti a rimanere a casa ancora a lungo. Per la Nardi, o quel che ne rimane, è un’altra beffa dopo quella circa le presunte trattative con un gruppo turco (prima) e uno cinese (poi), che dovevano salvare l’azienda dal fallimento ma non si sono mai concretizzate. Stavolta al curatore fallimentare era arrivata una manifestazione di interesse per la ripresa delle attività, con una serie di riassunzioni, e sembrava che ottobre fosse il mese giusto per riaprire, almeno in parte, lo stabilimento di via Marconi a Sernaglia della Battaglia. Avrebbe prodotto gli stessi elettrodomestici di prima, e sempre con il marchio Nardi. Le settimane, però, si sono susseguite senza che la tanto sperata riapertura si concretizzasse. «Purtroppo non c’è stata alcuna accelerazione nella trattativa» spiega ora Paolo Agnolazza, sindacalista Fim Cisl «è ancora tutto bloccato, e non ci sono più stati riscontri da parte della cordata di imprenditori interessati». Il motivo? «La procedura di fallimento ha tempi molto lunghi. Il tribunale non ha ancora pubblicato il bando per l’asta di capannone e attrezzature, e non è nemmeno stato fissato il valore della fabbrica. Per molti mesi temiamo che la situazione resterà questa». Una beffa che non farà felici i lavoratori, alcuni dei quali erano già stati ricontattati e invitati a non trovare immediatamente una nuova occupazione, in vista di un’imminente riapertura dello stabilimento. Purtroppo ora le decine di ex operai e impiegati di Sernaglia (la Nardi ha anche un’altra sede a Milano) si ritrovano a fare i conti con i problemi che li hanno accompagnati negli ultimi anni: incertezza, prospettive poco rosee e, soprattutto, crediti importanti nei confronti dell’azienda, che non aveva saldato tutti gli stipendi dovuti. La Nardi Spa (ex Nardi Elettrodomestici) è stata una delle aziende più importanti del Quartier del Piave. La crisi ha iniziato ad affossarla nel 2012, quando sono iniziate le prime tornate di cassa integrazione, seguite dai ritardi nei pagamenti degli stipendi. Come per molti altri fallimenti “eccellenti” della zona, il problema è stato di liquidità: ordini acquisiti, prodotti e consegnati, per i quali però non è mai arrivato il pagamento del cliente.
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso