Museo Bailo chiuso, è scontro. La giunta corre ai ripari

Camolei: «Non è ciò che vogliamo». Franchin: «Due soli custodi operativi Ora un terzo è in arrivo, così l’8 e il 26 dicembre staremo aperti»
Il ministro Franceschini all'inaugurazine del Bailo
Il ministro Franceschini all'inaugurazine del Bailo

TREVISO. Un museo bellissimo a detta di tutti, una folla per visitarlo, i proclami sulla rinascita della città. E poi un errore fa precipitare l’operato delle giunta ancora al centro di polemiche. E l’assessore alla cultura Luciano Franchin finisce al centro della polemica. A Ca’ Sugana quella chiusura di domenica 1 novembre, quando in molti avrebbero voluto visitare il rinato Bailo è stato motivo di frizione. «Ne parleremo in giunta», sono state le parole dell’assessore Paolo Camolei, che ha il compito di rilanciare il centro, meglio se con i musei aperti. «Tra gli investimenti che vogliamo fare, andrà trovato il modo di tenere aperto il Bailo. Ne ho preso nota io, ne prenderà nota anche l’assessore di competenza e tutta la giunta».

Inaugurazione col ministro, boom di presenze e dopo due giorni il museo Bailo chiude
La foto dell'inaugurazione

Franchin per la verità ne ha preso nota subito, tanto che ieri una soluzione, non si sa quanto definitiva, è stata trovata: l’8 e il 26 dicembre il museo sarà aperto. A pesare, comunque, è il blocco delle assunzioni. «Ci dispiace molto per questa domenica, caduta in coincidenza con la festività di Ognissanti e prevista dai contratti di lavoro come una festa a tutti gli effetti», ha spiegato Franchin, «ma dobbiamo lavorare con delle limitazioni non da poco. Non possiamo assumere, le forze sono quelle che sono, e i volontari possono collaborare, ma non garantire l’apertura senza un custode di ruolo. Il personale ha lavorato molto all’inaugurazione, abbiamo usato molti straordinari, non potevamo tenere aperto anche domenica scorsa. Ora abbiamo fatto una mobilità interna al Comune per ottenere un altro usciere, così Santa Caterina e il Bailo resteranno aperti tutte le domeniche e l’8 e il 26 dicembre».

La gente che domenica sperava di accede al Museo, chiuso
La gente che domenica sperava di accede al Museo, chiuso

Oggi i custodi di ruolo per i due musei sono tre, di cui uno alle prese con una malattia, a quanto pare lunga. Pochi per garantire l’apertura sei giorni su sette, e una decina di ore al giorno. A Ca’ Sugana sono dunque corsi ai ripari, seppure in ritardo, trasferendo un dipendente al Bailo. «Questo incidente di percorso ci permette anche di verificare la carica e l’interesse che vi è intorno a questa riapertura», ha concluso Franchin quasi a volere lanciare una provocazione. E se tra un paio di settimane, calata l’attenzione, di visitatori se ne vedranno pochi? Un rischio, visti i numeri del passato dei musei civici, piuttosto reali.

Luciano Franchin
Luciano Franchin

«Quello di domenica è stato un inconveniente», ribadisce il city manager Aldo Pellegrino. «Dobbiamo migliorare, aprire i musei nei gironi festivi, cosi come dovrebbero fare le attività commerciale. Ne parleremo, perché se c’è qualcosa che non va bisogna correggerlo». Tra l’altro domenica sarebbe stato il primo giorno a pagamento, quindi la chiusura domenicale ha portato anche qualche soldo in meno nelle casse di Ca’ Sugana: «Poteva essere un’occasione da sfruttare per far venire molte persone, per esempio attraverso pacchetti famiglia», sostiene Mario Conte, consigliere della Lista Gentilini. «Speriamo che in futuro si organizzino meglio, perché queste sono occasioni perse».

Paolo Camolei
Paolo Camolei

Sabato a dare una mano ai volontari che staccavano i biglietti e sorvegliavano il museo c’era anche la consigliere del Pd Antonella Tocchetto. È lei a lanciare l’idea di costituire una fondazione per gestire in modo efficace i musei: «Sarebbe più facile assumere personale e gestire i musei senza tutti i limiti imposti agli enti pubblici. Il Bailo è completamente bianco, compreso il pavimento: quando costerà tenerlo pulito? Molte città hanno istituzioni fondazioni a questo scopo, e anche il sindaco Manildo aveva ipotizzato una fondazione per musei e teatri». Da registrare anche la gestione del bookshop. Lo spazio c’è, ma è vuoto: «Sabato in tantissimi mi hanno chiesto delle matite o delle penne ricordo», conclude Tocchetto. «Basta guardare in internet, gli altri musei le vendono a 20 centesimi. Avremmo incassato 10 mila euro in un giorno. Su merchandising e marketing bisogna migliorare».

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