Musei gratuiti, pienone in centro storico a Treviso

Treviso, centinaia di accessi al Bailo e Santa Caterina, code alla Salce. Franchin: «Ripartiamo con la cultura»
DE POLO AG.FOTOFILM TREVISO MUSEI GRATIS IN CITTA', IN FOTO IL BAILO
DE POLO AG.FOTOFILM TREVISO MUSEI GRATIS IN CITTA', IN FOTO IL BAILO

TREVISO. La cultura ha riempito la città. L’esperimento di tenere aperti i musei civici durante le festività natalizie, con ingressi gratuiti per i trevigiani, è stato promosso dai numeri: migliaia di accessi al Bailo e a Santa Caterina (che per motivi di restauro opera a regime ridotto), code - ieri pomeriggio - alla Collezione Salce. Un flusso di cittadini e turisti superiore alle aspettative, che ha ricordato il pienone dello scorso anno quando però, a Santa Caterina, c’era già la mostra sugli Impressionisti allestita da Goldin, più “commerciale” e di respiro internazionale. Il pienone dei musei ha messo d’accordo sacro e profano, perché con la cultura si sono riempiti, indirettamente, anche i negozi alle prese con il primo fine settimana di saldi, i bar e i ristoranti, presi d’assalto ieri e sabato, nelle ultime ore prima del rientro al lavoro dei trevigiani.

Le cifre ufficiali saranno rese note soltanto oggi, conteggiando anche i dati dell’ultimo weekend. Ma l’amministrazione comunale ha già stilato un bilancio (più che lusinghiero) dell’iniziativa. In queste settimane di vacanza i musei sono rimasti chiusi soltanto il giorno di Natale, memori della scarsissima affluenza dello scorso anno. Negli altri giorni dal 26 dicembre al 6 gennaio, invece, orario continuato per Bailo, Santa Caterina e Casa Robegan, con la possibilità per i residenti nel territorio provinciale di visitare gratuitamente i tre musei. Il giorno di Santo Stefano il museo del Bailo ha registrato 380 accessi, 150 quello di Santa Caterina nel quale è possibile visitare, in pratica, soltanto (si fa per dire) la chiesa con gli affreschi di Tommaso da Modena, dato che la pinacoteca è in fase di ristrutturazione. Negli altri giorni la media è di 150-170 visitatori per ogni museo aperto, ma mancano i dati, verosimilmente al rialzo, dell’ultimo fine settimana.

Nell’anno delle elezioni comunali è anche un messaggio politico. Ai musei gratuiti aveva creduto fortemente l’assessore Luciano Franchin: «L’afflusso è stato importante e superiore alle aspettative, abbiamo che anche con la cultura si possono portare le persone in città. Aprire i musei e vederci entrare così tanta gente è confortante. È il modo migliore per far conoscere ai cittadini le nostre collezioni, talvolta poco conosciute anche dentro le mura. Sentivo molte persone “da fuori”, gli stranieri sono arrivati puntuali anche quest’anno e Treviso conferma il suo appeal. La speranza è che sia stato un investimento sul futuro: ora che i trevigiani hanno visto come sono belli i loro musei, spero che ci torneranno anche più avanti, anche perché il prezzo del biglietto è davvero modesto». Ora la data da cerchiare in rosso sul calendario è il 22 febbraio, giorno di riapertura della pinacoteca di Santa Caterina. Quindi dal 24 febbraio al 3 giugno sarà il turno dell’esposizione curata da Goldin: “Rodin, un grande scultore al tempo di Monet», destinata a incassare ottimi numeri. (a.d.p.)
 

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