Muraro, l'assessora M5S con studio in caserma

TREVISO. Via Bailo 12, Treviso. È l’indirizzo, almeno fino al 2013, dello studio di consulenza ambientale di Paola Muraro, 52 anni, rodigina, l’assessore della giunta Raggi, ex funzionaria di Contarina, per anni a Treviso e nella Marca, al centro da mesi di un caso politico amministrativo, e ora anche giudiziario. Da quando, ai primi di settembre, è trapelata la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati, per violazione alle norme ambientali, nell’ambito dell’inchiesta che la procura di Roma conduce sullo smaltimento dei rifiuti nella capitale.

Inchiesta affidata al pm Alberto Galanti. Un caso che ha squassato la base grillina, e reso traballante la stessa giunta Raggi. Ma la sindaca di Roma, cui pure la Muraro ha offerto immediatamente le sue dimissioni, non le ha revocato il referato all’ambiente.
L’indirizzo trevigiano non è proprio uno qualsiasi. Corrisponde infatti allo stabile che ospita gli alloggi di servizio dell’Arma, che lo stato mette a disposizione degli alti ufficiali in servizio a Treviso, in primis al comandante provinciale, dietro la caserma di via Cornarotta. Muraro l’ha eletto come proprio domicilio, e recapito del suo studio di consulenza perché vi abitava con il marito, il colonnello Gianfranco Lusito, fino al 2013 comandante provinciale dell’arma dei carabinieri, poi passato a Roma a dirigere le scuole di addestramento dell’Arma e ora con un alto incarico allo Stato Maggiore dell’Esercito.
Oggi, in quell’alloggio, abita il nuovo comandante provinciale dell’Arma, successore di Lusito. E negli altri due appartamenti altrettanti alti ufficiali
Un altro elemento trevigiano nel lungo curriculum vitae di Paola Muraro, che ha avuto un capitolo veneto e uno trevigiano, professionale ma evidentemente anche privato e familiare. Prima dello sbarco a Roma e della nomina nella giunta pentastellata di Virginia Raggi.
Fra chi ha sostenuto la candidatura di Paola Muraro, certamente il parlamentare grillino Stefano Vignaroli, compagno della senatrice Paola Taverna. È stata Laura Puppato, senatrice del Pd, e componente della commissione ecomafie, a segnalare e far conoscere Paola Muraro a Vignaroli, che peraltro abita a poca distanza dalla discarica di Malagrotta gestita da Manlio Cerroni, oggi chiusa.
Su Paola Muraro, da giorni, emergono incarichi di consulenza (12 anni per Ama), e un piccolo grande sistema di relazioni che l’hanno posta al centro di attacchi per presunti «conflitti di interesse», al di là del piano giudiziario. Tecnicamente è ritenuta non contraria ad inceneritori, posizione non in piena sintonia con i 5 stelle, da sempre contrari a inceneritori e business dei rifiuti. E a fronte degli incarichi per Ama e per società che hanno lavorato con Cerroni, va anche ricordato come Muraro sia stata consulente nel lodo Co.la.ri (consorzio laziale rifiuti), contribuendo a sminare il conto di 900 milioni che il consorzio facente capo a Cerroni aveva presentato alla giunta Marino, autentica «bomba» in grado di far saltare la giunta capitolina.
Curiosità: sempre in tema di rifiuti, anche la giunta grillina di Pizzarotti a Parma guardò con interesse alla Marca e ai suoi modelli ecologici, in particolare all’esperienza del centro riciclo di Carla Poli (salvo poi dover incassare l’inceneritore contestato in campagna elettorale). Certo l’ascesa di Muraro è stata impressionante. Oltre alle spinte dell’ala grillina che fa capo a Taverna e Vignaroli, i bene informati parlano del mondo delle partecipate (grazie ai buoni rapporti della donna con i big del settore, compresi i nomi illustri finiti inchieste giudiziarie) ma anche alle ottime relazioni derivate dal matrimonio con un alto ufficiale dell’Arma. Si è parlato – nessuna conferma, ma nemmeno smentite – di un pranzo con commensali poi indagati nell’ambito di Mafia Capitale e del gotha del sistema rifiuti della capitale legati all’imprenditore Cerroni, finiti nell’inchiesta su Mafia Capitale. Tutti rapporti su cui oggi verte l’inchiesta sullo smaltimento rifiuti in cui Muraro è indagata per violazione di norme ambientali. I magistrati, prima di procedere con eventuali convocazioni, attendono la trascrizione dell'audizione alla commissione Ecomafie.
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