Muore dopo una caduta: indagine in procura

Aperto un fascicolo sul tragico incidente costato la vita a Livia Musini
 Scivola nel negozio, batte la testa e muore dopo quattro giorni: la procura apre un fascicolo. Non ci sono nomi iscritti nel registro degli indagati, ma la procura della Repubblica di Treviso vuole vederci chiaro sulle circostanze che hanno portato alla morte di Livia Musini, 82 anni, notissimo architetto, vedova di Giuseppe Davanzo. La donna è morta domenica mattina, 2 gennaio, all'ospedale Ca' Foncello di Treviso, dove era entrata il 29 dicembre per una banale frattura a un braccio dopo esser inciampata e caduta mentre faceva acquisti in un negozio, il Castorama (gruppo Leroy Merlin) del parco commerciale «Tiziano», a Olmi di San Biagio. Non ci sono indagati, solo un fascicolo per cercare di capire se ci sono eventuali responsabilità per quanto accaduto. La direzione del Leroy Merlin si dice «a completa disposizione della magistratura per chiarire la vicenda e la dinamica dell'incidente». Pare, dalle prime ricostruzioni, che la donna sia inciampata su un cestino, cadendo frontalmente e riportando una frattura a un braccio e una forte contusione facciale. Livia Musini non ha superato il trauma, morendo in ospedale pochi giorni dopo. I funerali si terranno domani, venerdì 7 gennaio, alle ore 15: 15 nel tempio di San Nicolò a Treviso.  Livia Musini, vedova dell'architetto Giuseppe Davanzo con cui aveva diviso lo studio di viale Appiani e la passione per la progettazione, si era formata a Venezia con maestri del calibro di Franco Albini e Carlo Scarpa. Tanti i viaggi all'estero, non solo in Europa, per perfezionare la specializzazione poi coltivata nella sua professione: quella per l'architettura del paesaggio. Schiva e innamorata del suo lavoro, l'architetto Musini ha visto molti suoi progetti pubblicati sulle massime riviste di settore: Casabella, Domus, Abitare. Livia, che nel settembre del 2007 aveva perso il marito Giuseppe Davanzo, ha lasciato le figlie Martina, architetto, e Serena, insegnante, e i nipotini Zeno, Niccolò e Alvise. (f.p.)

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