Muore davanti l’amica nel tentativo di salvarsi

SANTA LUCIA
Finisce in tragedia la gita di Ferragosto di un dottorando dell’Università di Padova. Enrico Cescon, 28 anni di Santa Lucia di Piave, è scivolato in un canalone della Valbrenta morendo sul colpo. Era partito dopo pranzo per una passeggiata in montagna, passione che aveva da qualche tempo e condivideva con l’amica che lo accompagnava. Enrico aveva raggiunto la Valbrenta poco dopo le 14. Parcheggiata l’auto in località Sasso Stefani, frazione di Valstagna, i due trevigiani hanno imboccato il sentiero 783, tracciato Cai che risale la montagna fino a Foza. Il percorso è a tratti semplice e a tratti impervio, con punti esposti sopra salti di roccia profondi anche 60 metri. Verso le 16, proprio mentre la coppia stava percorrendo uno dei quei passaggi forse per una distrazione, ha messo un piede in fallo ed è scivolato per circa una quindicina di metri lungo la parete rocciosa. La compagna, che lo precedeva di pochi metri, quando non l’ha più visto ha immediatamente tentato di mettersi in comunicazione con lui. Dopo qualche minuto lo studente le ha risposto, dicendole che stava bene ma che aveva bisogno di aiuto. La giovane è andata avanti di qualche metro per cercare una zona dove il telefono cellulare avesse campo, poco dopo è riuscita a mettersi in contatto con la centrale operativa del soccorso alpino, che ha immediatamente inviato una squadra. Pochi istanti dopo la tragedia: Cescon, forse nel tentativo di risalire, forse mentre stava cercando un appiglio più stabile, è scivolato di nuovo, ma questa volta la montagna non le è stata amica: il giovane è precipitato a valle, schiantandosi sulle rocce dopo un volo di quasi 50 metri. La compagna, che nel frattempo era tornata nel punto di sentiero dove aveva lasciato l’amico, ha ricominciato a chiamarlo, senza ottenere risposta. Nel frattempo, una squadra dei soccorritori è arrivata sul luogo da cui era partito l’allarme, subito raggiunta anche dall'elicottero di Trento. Proprio il personale dell’elisoccorso, durante una delle prime operazioni di sorvolo, ha scorto la cengia su cui si trovava il corpo esanime del giovane.
Enrico Cescon stava svolgendo il dottorato di ricerca in Scienza e ingegneria dei materiali e delle nanotecnologie, al Dipartimento di Chimica dell’Università di Padova. Era molto apprezzato per il suo lavoro. Nel 2015 si era laureato con il massimo dei voti e una tesi sullo studio dei materiali fotovoltaici di nuova generazione. Entro l’anno avrebbe dovuto discutere la sua tesi di dottorando e continuare il suo impegno nell’ateneo. A esprimere cordoglio anche il rettore dell’Università patavina, Rosario Rizzuto: «Siamo sconvolti, era un brillante dottorando della nostra Università – afferma Rizzuto –. A nome mio, e di tutta la comunità dell’Ateneo patavino, le condoglianze a parenti e amici». Lo ricorda con grande tristezza anche il professor Lorenzo Franco, che era stato suo relatore di tesi magistrale nel 2015: «C’eravamo visti giusto martedì per discutere della sua tesi di dottorando e dovevamo vederci anche nei prossimi giorni. Aveva grandi capacità di ricerca, al di sopra della media, molto preciso e razionale. La sua morte mi addolora moltissimo».
Enrico Cescon viveva a Santa Lucia, in vicolo Ferraris: lascia il padre Antonio, elettrauto a San Vendemiano, la madre Paola impiegata e la sorella Patrizia.
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