Mucca pazza, la donna in fin di vita Morbo rarissimo e non contagioso

Sono gravissime le condizioni della donna classe 1952 ricoverata al Ca’ Foncello con i sintomi della malattia di Creutzfeldt-Jakob, il “morbo della mucca pazza”. Il decorso è, purtroppo, irreversibile. Non ci sono cure, e la sofferenza di chi ne è affetto può durare diversi mesi. Il caso è seguito con la massima attenzione sia dal personale del Ca’ Foncello che dal Ministero della Salute. Non perché sussistano rischi particolari per la popolazione (la malattia non è contagiosa), ma perché si tratta di eventi estremamente rari, circa uno su un milione di persone, e dei quali si sa relativamente poco. Per il momento la donna resta ricoverata in prognosi riservata.
la malattia
La paziente ricoverata a Treviso ha 66 anni: statisticamente, è una delle fasce più colpite. Per parlare di “mucca pazza” bisognerà attendere l’esito di un’eventuale autopsia, ma i sintomi sono evidenti, tanto da convincere il personale medico a rinunciare alla proverbiale prudenza: «Sì, crediamo sia la malattia di Creutzfeldt-Jakob, una patologia degenerativa del sistema nervoso, una demenza progressiva che peggiora rapidamente e ha un esito fatale» spiega il dottor Domenico Marco Bonifati, primario del reparto di Neurologia dell’Usl 2. Una serie di elementi clinici ha confermato le tesi iniziali: dalla demenza progressiva alla risonanza magnetica, fino all’elettroencefalogramma. La forma di “mucca pazza” che seminò il panico in tutto il mondo negli anni Novanta, con un focolaio in Gran Bretagna di “encefalopatia spongiforme bovina”, è una variante della malattia di cui si parla al Ca’ Foncello.
i rischi
Non c’è una ragione precisa che ha portato la donna trevigiana ad ammalarsi. «Si tratta di una forma sporadica, casuale, non contagiosa e non trasmissibile» continua Bonifati, non c’è quindi alcun rischio di contagio per l’uomo. E, allo stesso tempo, l’insorgenza della patologia è imputabile unicamente alla cattiva sorte: «I casi in Inghilterra, per i quali finì sotto accusa il consumo di carne, erano diversi da questo, e avevano caratteristiche atipiche perché avevano interessato molte persone giovani. Tuttavia nemmeno in quell’occasione fu dimostrato il passaggio tra animale e uomo». Malattia degenerativa e rarissima: «Un caso su un milione. E a Treviso siamo in media con gli anni scorsi: riscontriamo da zero a due casi ogni anno, per una provincia di circa 900 mila abitanti, quindi, è la frequenza attesa». —
A.D.P.
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