«Mostra hot nella sede Pd? Sono solo foto artistiche»

«La mostra si poteva fare anche integralmente, vista la bellezza delle foto». Senza cioè togliere alcuni... scorci femminili troppo arditi, pare del lato “B”. Mostra di nudi artistici nella sede cittadina del Pd: nonostante la bagarre, c’è chi, come il consigliere comunale Michela Nieri, difende a spada tratta l’appuntamento, che aprirà i battenti il 16 maggio in vicolo Sugana, con ingresso libero, proprio nella nuova sede del partito democratico del capoluogo. E c’è infatti anche chi nel Pd, senza però voler uscire allo scoperto, ritiene che si poteva trovare un altro luogo, per la carrellata di nudi femminili, un luogo che non fosse appunto la sede in cui si dibatte di scelte politiche o di strategie urbanistiche. E infatti al direttivo del partito di giorni fa sono volate scintille, tra i favorevoli e i contrari alla mostra “Senxuality Woman” dell’artista Luca Corazza, che tra i promotori vede Emanuela La Malfa, candidata alle ultime elezioni comunali e responsabile degli eventi culturali che da questa mostra in poi si terranno nella sede del Pd. E che oggi commenta così la bagarre: «È una bagarre, quella sulla mostra alla sede del Pd di Treviso, più virtuale che reale. Non si tratta di foto “hot” ma di foto artistiche. Le immagini, infatti, riprendono soggetti femminili nella loro naturalezza, in pose assolutamente non offensive e tantomeno volgari. Anziché avanzare inutili critiche, sarebbe stato molto meglio dare risalto e valore alla scelta del Pd di Treviso di aprire, gratuitamente, la propria sede cittadina a giovani artisti locali, dando loro la possibilità di farsi conoscere alla cittadinanza. Mi auguro, quindi, che gli animi si rasserenino, che tutto rientri nella normalità delle cose e che la mostra abbia il meritato successo». Tra i sostenitori dell’evento, lo stesso capogruppo del Pd ai Trecento Giovanni Tonella, mentre l’ala del partito più centrista avrebbe espresso se non contrarietà per l’idea, di certo disappunto, anche su facebook, tanto da provare a spingere per lo spostamento della mostra in altra sede. Invano. E così - ma la motivazione ufficiale è che «la nuova sede è molto piccola» - si è trovato un compromesso escludendo, così pare, le foto più piccanti del catalogo. Anche perché qualcuno avrebbe sussurrato: «Sotto elezioni forse non è il caso», mentre altri hanno rilanciato: «Così non si rispettano le donne». «Ipocrisie», insiste la Nieri, «Le foto non offendono assolutamente la dignità di noi donne». (a.z.)
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