Mosole visita il casolare dove fu sequestrato 32 anni fa

BREDA DI PIAVE. Lo rapirono per un sequestro a scopo estorsivo, segregandolo in fondo a via Cavone, a Carpi in provincia di Modena. Accadeva 32 anni fa, un dramma che ha impresso una svolta alla sua esistenza. Sergio Mosole, 81 anni, ieri mattina ha organizzato un viaggio a ritroso nella memoria e nei luoghi. È ritornato a quell’indimenticabile 4 ottobre 1983, quando quattro banditi dell’ “anonima sequestri” fecero irruzionella sua villa di Saletto di Breda di Piave. Prima chiedono soldi e gioielli simulando una rapina, poi colpiscono Mosole alla testa e lo portano fin nel casolare di via Cavone a Carpi. L’imprenditore, a capo di un impero industriale nel settore della ghiaia, riesce a liberarsi 40 giorni dopo facendo ubriacare il suo carceriere con il liquore “Millefiori”. E proprio ieri, accompagnato da decine di amici e parenti, ha interpretato il pellegrinaggio, in quel casolare, ora diroccato per via del terremoto. «Giorni da incubo» ha ricordato ieri Sergio Mosole mentre varcava la soglia di quella che fu la sua prigione «ritornare qui mi agita, ma per fortuna sono circondato da tanti amici che sono partecipi con me della terribile esperienza che ho vissuto. In quei giorni di angoscia mi ripetevo mille volte al giorno che dovevo tornare a casa dalla mia famiglia e, per loro, dovevo pensare positivo, senza lasciarmi andare a presagire il peggio. Così ho cercato di ingegnarmi e di recuperare le nozioni che avevo imparato da bambino: per esempio, il cane da guardia al cascinale abbaiava in un certo modo quando c’era qualcuno nelle vicinanze. Oppure, quando sentivo l’eco di un fucile, stavo attento ad intuire se mi trovavo in campagna oppure in collina».
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